1.3 La stanza di Nathalie

 

Caos è ordine: un aumento dell’entropia va inteso in termini di una sorta di cambiamento di ordine, e ciò non richiede nessuna discussione sul disordine, mai definito in modo chiaro.

David Bohm

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C’è la stanza di una ragazzina, un pò di viola sui capelli, che merita una  riflessione. Apri la porta e vedi oggetti sparsi dovunque: biancheria, scarpe, libri, cd, borse, t-shirt, gonne, pantaloni, felpe, calze, fogli scritti e non scritti, e tant’altro ancora. Che confusione, che disordine, che caos!! Ma non è proprio così. Lei in tutta questa complessità si capisce, si orienta, si gira, si rigira, le è tutto familiare, si sente a casa. Tutto questo non è disordine: è semplicemente un ordine complesso. Siamo ai confini tra ordine e disordine, ma ci si capisce. Se arrivasse qualcun altro, magari un ladro, e buttasse tutto all’aria alla rinfusa, senza criterio, allora sì il disordine sarebbe creato, ma questa è un’altra storia. Nell’ufficio che uso ci sono fogli e cartelle sparsi ovunque, libri su ogni ripiano accatastati senz’ordine apparente, cassetti pieni di oggetti uno sopra l’altro che danno forma a qualcosa molto lontana da cubi o parallelepipedi. Eppure se cerco una cosa la trovo subito (o quasi): nel mio ordine mi oriento, è complesso e semplice allo stesso tempo. E quanta informazione è contenuta nella stanza di Nathalie!!! Ciò che sta sotto è stato preso in mano probabilmente prima di ciò che sta sopra, e ancora si può ricostruire un pezzetto della sua vita, i suoi movimenti, le sue scelte, la sua creatività. Ogni oggetto nella stanza ci comunica qualcosa, è una fotografia della dinamica non lineare con la quale è finito lì; ogni cosa,  come è messa e dove è messa, è un’informazione in più. Questa stanza ha a che fare con il caos (caos deterministico, strutturato, in cui ci sono delle regolarità), e un sistema caotico in quanto tale ci da continuamente delle informazioni, è qualitativamente interessante. Tali informazioni vengono solitamente associate all’entropia. Un sistema caotico ha entropia positiva, il che significa che ci da continuamente sempre nuove informazioni. Una stanza in perfetto ordine, ferma, immobile, senza un dito di polvere, dove ogni cosa è precisamente al suo posto, è una stanza lineare, statica, morta, priva di dinamiche, senza vita. Lì il caos non esiste, non c’è movimento, non riceviamo nessuna informazione: l’entropia è uguale a zero. In che relazione sono entropia ed informazione? L'entropia si può definire come il tasso di informazione (o di incertezza) che può dare un "sistema" nel tempo. Una stanza ordinata e meticolasamente pulita, non dà nessuna informazione nel tempo, perchè è sempre uguale, sempre perfetta. Se non venisse pulita, si formerebbe la polvere, e allora dalla quantità della polvere sulle superfici si potrebbe ad esempio dedurre l'informazione "da quanto tempo non viene pulita". La stanza di Nathalie presenta entropia positiva, perchè dà un sacco di informazioni, nel senso che visitandola ad esempio ogni giorno cambia continuamente di aspetto. Questo vuol dire anche che c'è incertezza: per quanto accurate siano le nostre osservazioni, le nostre misurazioni, la nostra attenzione ai più minimi dettagli, non potremo mai prevedere come sarà domani la stanza di Nathalie. Lei, attraverso l'uso che fa della sua stanza, ci dà continuamente nuove informazioni. Il giorno dopo può decidere di cambiarsi d'abito, lo cercherà fino a trovarlo, sparpagliando tutti i vestiti che troverà nel corso della sua ricerca, e gli stessi vestiti come saranno distribuiti nello spazio? E come cadranno dalle sue mani? Lanciati, appoggiati, fatti volare? E se lascia la finestra aperta quando c'e' vento fuori come muterà ancora la disposizione di tutto ciò che si trova all'interno della stanza? In questo senso c'è entropia positiva: ci sono sempre informazioni nuove nel tempo, non si finisce mai di imparare, ovvero c'è incertezza continua nel senso che non si possono fare previsioni sulla stanza stessa rispetto al trascorrere del tempo. La stanza caotica di Nathalie ci insegna però che nell’irregolarità, nell’apparente disordine c’è un ordine nascosto (benché complesso e difficile da capire), e tale complessità ci fornisce delle informazioni. [v. 2.1, 2.2, 2.3] Le informazioni, ad esempio, che si possono trarre nei comportamenti complessi di cuori in subbuglio sono oggetto di studio e ricerche danno un valido contributo nel campo della defibrillazione (quella pratica che si fa con una macchinetta dando degli shock elettrici a un corpo inerte per far riprendere un battito regolare al cuore) per la prevenzione e cura degli infarti. [v. 1.12]
E’ molto importante, in questo campo di applicazione della teoria della complessità, capire quali sono i sintomi o i segnali che possono portare ad esempio a morti improvvise [Esiste il RR infarto? Si può rilevare con la semeiotica biofisica?]. [v. 3.1 e ss.] A tal fine esistono degli strumenti matematici statistici e probabilistici. Esiste una classificazione di transizioni al caos, il che significa che il passaggio dall’ordine al disordine può avvenire in vari modi: in conseguenza di alcuni sintomi o segnali, per la rottura di certi equilibri che si trasformano progressivamente in altri [v. 1.9; 1.11], o anche improvvisamente in un modo tale che non si può assolutamente prevedere. I punti di crisi o di rottura sono i punti nei quali si concentrano le maggiori attenzioni nella ricerca per comprenderli, prevenirli, controllarli, manipolarli a seconda della loro applicazione (ad esempio c’è la via al caos attraverso il raddoppiamento di periodo e la “blue sky catastrophe”). Studi, ricerche ed applicazioni della teoria del caos, che magicamente sta riunendo gran parte delle scienze sotto un unico denominatore, si trovano in matematica, fisica, biologia, fisiologia, neuro scienze, cardiologia, chimica, geologia, geofisica, filosofia, psicologia, arte, metafisica, economia, finanza, ecologia, termodinamica, frattali, astronomia, laser, crittografia, meccanica quantistica, relatività, genetica, botanica, cosmologia, ecc. ecc. Ora che la scienza lo sta cercando, pare che il caos sia presente dappertutto. Una colonna ascendente di fumo di sigaretta si rompe in spire irregolari, un rubinetto gocciolante passa da un ritmo regolare a uno complesso da capire. Il caos fa la sua apparizione nel comportamento dei fenomeni meteorologici, in quello di un aereo in volo, nei raggruppamenti di automobili su un’autostrada, nelle modalità di flusso del petrolio in oleodotti sotterranei, nell’andamento dei prezzi nelle borse valori. In qualsiasi campo, il comportamento con dinamiche complesse obbedisce sempre alle stesse leggi. Il caos rompe le barriere, i confini, le divisioni, le frammentazioni, le diversità di vedute, e tende a far convergere il tutto verso un unico punto. Si apre uno spiraglio per una concezione olistica ed organicistica della natura e del mondo. Ma non serve andare molto lontano o guardare troppo distante. Il nostro corpo stesso è un processo dinamico, una moltitudine di processi dinamici non lineari con dinamiche complesse e un sacco di nostre componenti hanno struttura e forma frattale: i vasi sanguigni (dall’aorta ai capillari), i polmoni, i bronchi, il dotto biliare nel fegato, il cuore, tanto per citarne alcuni. La nostra stessa mente è un attività, un processo dinamico, in una rete di relazioni con l’ambiente nella quale interagiscono meccanismi di retroazione (feedback) creati da informazioni in uscita ed in entrata. L'entropia non misura il disordine di un sistema come dicono i fisici. E' meglio dire che essa misura la complessità dell'ordine di un sistema, perché Nathalie non è dis-ordinata, ha semplicemente un suo ordine, un po' complesso da capire. Si immagini l'universo come  una matassa,  un groviglio di filo, difficile da comprendere,  complicato e complesso. Il filo di questa matassa è però unico, è uno soltanto. Dicendo "molteplice" quindi si è un po' ingannati, perchè sembra di vedere tanti fili che si incrociano, quando invece non è così. Fisicamente ciascuno di noi è un sistema caotico, un universo, nel quale l'entropia cresce sempre, finchè nel momento in cui non è più positiva, accade la morte termica (il corpo si raffredda, non c'è più energia). Nel nostro passaggio però lasciamo una traccia avendo interagito con il mondo, per cui rimane un po' della nostra entropia in giro. In questo senso, anche a un certo livello di consapevolezza (che non sia proprio quello in cui si diventa uno col tutto) potrebbe essere auspicabile tenere a cuore l'entropia, perchè finchè c'è entropia c'è vita e crescita. Il cuore stesso è un sistema caotico, quindi con entropia positiva, è bello che continui a battere il più a lungo possibile, perchè quand'esso raggiunge l'equilibrio (elettrocardiogramma piatto) lo fa raggiungere anche a tutto il resto del corpo.
Diventare tutt'uno con tutte le cose, una fusione della goccia con l'oceano, fa andare al di là di tutti i concetti fisici e metafisici. Tutto ciò di cui ci troviamo a parlare ha una sua utilità per orientarsi nel molteplice, che è comunque transitorio nella circolarità dell'uno/tutto. Dire "l'entropia dell'universo aumenta sempre", è una legge che non è una verità assoluta, perchè non sappiamo neppure se l'universo sia uno o più. E' difficile dare una descrizione di noi stessi finchè non usciamo da noi stessi e ci guardiamo: figurarsi descrivere l'universo senza avere la possibilità di guardarlo dal di fuori. Ci è dato di conoscere frammenti, e probabimente frammenti di verità, ma cogliere completamente la verità non è forse  possibile a livello mentale.

 

 

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