2.1 Il Potenziale Quantico

 

A causa delle mutazioni delle qualità della natura, anche gli oggetti vengono percepiti in modi diversi, ma la loro intrinseca realtà rimane immutata.

Patanjali

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David Bohm riscrive e riformula  l’equazione di Schrödinger aggiungendovi un parametro fondamentale: il potenziale quantico Q. Il potenziale quantico trasforma la meccanica quantistica da teoria probabilistica a teoria deterministica (interpretazione causale della meccanica quantistica). In tal modo l’elettrone non si esplica casualmente ma si muove sotto l’azione di un “potenziale” (Q) che porta informazione dall’ambiente globale, attraverso connessioni non-locali, simultanee e sincroniche tra i sistemi quantistici. Tale “potenziale” guida l’elettrone in una traiettoria ben precisa e potenzialmente determinabile. Alla causalità si affianca quindi la sincronicità, il cui principio afferma che i termini di una coincidenza significativa sono legati da un rapporto di contemporaneità e dal senso (C. G.Jung). In quale modo l’elettrone è guidato nella sua traiettoria? L’elettrone si muove sotto l’azione del potenziale quantico il quale lo “guida” in una traiettoria ben precisa e potenzialmente determinabile, ma aggiornata istante dopo istante [v. 2.3]. Le particelle si muovono lungo traiettorie predefinite, o meglio definite istante dopo istante. La natura quantica si spiega in modo perciò causale. In realtà secondo la teoria del caos le traiettorie complesse benchè deterministiche, ossia determinate da leggi ben precise, sono impredicibili (a causa della dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali, ovvero  del continuo feedback implicato-esplicato) [v. 1.2, 2.3]. Le caratteristiche del potenziale quantico (Q) sono simili se non uguali al vuoto quantistico o campo di punto zero definito dalla teoria quantistica standard (esistenza dimostrata da Casimir – 1948). Si sa ancora poco di questo campo soggiacente il mondo della materia: “Lo spazio non è vuoto. E’ pieno, ed è il terreno che permette l’esistenza di ogni cosa, inclusi noi stessi. L’universo non è separato da questo mare cosmico di energia, è un’increspatura sulla sua superficie, una specie di “area di eccitazione” nel mezzo di un oceano incomparabilmente vasto.” “A differenza di quello che succede con i potenziali elettrico e magnetico, il potenziale quantico dipende solo dalla forma (non dipende dalla distanza). Ciò vuol dire che anche quando esso è debole, può influenzare comunque e fortemente la particella. E’ come se ci fosse  un’onda in un lago in grado di far sobbalzare un tappo di sughero che galleggia nell’acqua, anche quando esso è lontano dalla sorgente d’onda. Questo concetto è chiaramente differente dalle idee newtoniane, perché implica che anche caratteristiche distanti dall’ambiente possono fortemente influenzare le particelle. Esso inoltre si configura come informazione attiva. Quando l’elettrone si muove lungo il suo percorso, sta rispondendo ad un pacchetto informativo (Q), raggiungendo una specie di status. Quando questo status viene registrato nel mondo macroscopico, l’informazione diventa inattiva e quella che era una potenzialità viene trasformata in attualità. Il potenziale quantico è la guida che dice alla materia ciò che deve fare. L’universo informa in maniera sincronica tutte le particelle e dice loro cosa debbono fare grazie a Q.” L'essere umano è come una nave che avanza nella nebbia e che arriva in porto grazie alla potenza dei suoi motori ma guidata da segnali emessi da un radar. I motori rappresentano la meccanica classica (ovvero l'ego, il meccanicismo, la forza fisica), mentre il radar rappresenta il potenziale quantico (la guida, la coscienza,..). La grande potenza dei suoi motori porta la nave attraverso il mare, ma la rotta è determinata dai segnali radar.  L'energia dei segnali è debolissima (come quella della coscienza e della voce interiore), quasi trascurabile, talvolta o spesso inascoltata. Ma tali segnali sono ricchi di informazione ed indicano la direzione da seguire. Il potenziale quantico è un'energia debole ma altamente informativa in grado di dare forma a una grezza energia non formata. Senza l'ascolto della guida prima o poi si va incontro ad uno scoglio o ad un iceberg (vedi ad esempio il film Titanic), e perciò nascono tutte le sofferenze umane individuali e collettive. Come risolvere la dualità onda – particella? Bohm visualizza l’elettrone come un’onda che collassa verso l’interno dall’intero universo fino ad apparire come particella e che poi si riespande verso l’esterno fino ad apparire come onda (c’è un analogia con la definizione orientale di etere). La realtà fondamentale è un processo di chiusura ed apertura, e le particelle sono solo astrazioni di tale processo.  Il dualismo onda -  particella viene visto come un processo dinamico che accade miliardi di volte al secondo, in grado di allacciare costantemente il microcosmo al macrocosmo. Bohm un giorno raccontò una storiella che aiuta a comprendere l’illusorietà della dualità e della separazione che noi percepiamo. Si immagini che un tale non sia in grado di guardare direttamente dentro un acquario in cui c’è un pesce soltanto e che l’informazione su ciò che contiene gli venga fornita da due telecamere, una diretta di fronte all’acquario e un’altra al suo lato (a novanta gradi rispetto alla prima direzione). Quando egli guarderà sui due monitor quello che rispettivamente osservano le  due telecamere, potrebbe pensare che il pesce rappresentato in ciascuno dei due schermi rappresenti due entità differenti, ed infatti date le angolazioni differenti con le quali il pesce viene visto le sue immagini saranno chiaramente diverse. Eppure se continua a guardare i due pesci, comprenderà ad un certo punto che esiste una certa relazione tra loro. Infatti, quando uno dei due si muove, pure l’altro effettua simultaneamente un movimento, seppure le rispettive forme siano diverse. Non sapendo che si tratta dello stesso pesce, egli potrebbe pensare che un pesce stia comunicando istantaneamente con l’altro.

 

 

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