2.2 La Realtà non - locale

 

Ho scoperto il segreto del mare meditando su una goccia di rugiada.

K. Gibran

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Come risolvere il paradosso EPR? Il potenziale quantico è in grado di risolvere e spiegare alcuni paradossi della fisica moderna come il Paradosso EPR di Einstein, Podolsky e Rosen, un esperimento mentale raffinato dal fisico John Bell, e convalidato poi sperimentalmente dal fisico Alain Aspect. Se prendiamo una particella elementare, ad esempio un elettrone, non dotata di spin (proprietà di rotazione) e la si scinde in due parti,  una deve avere per forza uno spin +1/2 e l’altra uno spin -1/2 (per la legge di conservazione dello spin che deve dare zero come somma). Se portiamo  queste due particelle ad una certa distanza una dall’altra (inferiore a 300 000 km) osserviamo che, una volta invertito il segno dello spin di una particella, simultaneamente si inverte pure il segno dell’altra (in un certo senso le particelle dovrebbero comunicare tra loro inviandosi dei segnali in modo da rispettare la legge di conservazione dello spin, conformemente alla velocità della luce). Se invece queste due particelle vengono spedite in direzioni opposte in modo da trovarsi a grande distanza una dall’altra  (ad esempio un milione di chilometri) e nuovamente cambiamo segno allo spin di una accade che pure l’altra simultaneamente inverte il segno, quindi esse continuano a rispettare la legge di conservazione dello spin. Ciò però viola uno dei principi fondamentali della teoria einsteniana della relatività , ovvero il fatto che la velocità della luce è ben definita, è finita, ed è di 300 000 km al secondo. Ci sono due soluzioni: o la teoria della relatività è completamente sbagliata oppure esiste una realtà non-locale, ovvero le particelle comunicano simultaneamente e sincronicamente indipendentemente dalla loro distanza ( dallo spazio) e dal tempo. Alan Aspect ha dimostrato sperimentalmente nel 1982 il teorema di Bell e quindi l’esistenza della realtà non-locale. A questo punto, appare oltremodo interessante l'analogia della dimostrazione di Aspect con dell'esperimento “macroscopico-biologico” di Lory effettuato dal dott. Sergio Stagnaro. L’esperimento di Lory è fondato sul fatto che “tutte” le componenti subatomiche, e quindi atomiche e molecolari strutturate a formare una cellula, e l’insieme cellulare o parenchima, sono correlate tra loro e con “tutte” le altre di identica derivazione embriologica, in uno spazio quadridimensionale, volutamente ignorato dalla Medicina Tradizionale. Lo spazio è quello in cui sono appunto “intrecciati” (entanglement) i due elettroni osservati da Aspect nel suo celebre esperimento. L’effetto dell’entanglement comporta che l'informazione assume una dimensione “non-locale”, infatti i due elettroni staccati ed allontanati nello spazio (dis-entangled), si comportano in modo identico di fronte a qualsiasi misurazione o perturbazione apportata su uno soltanto di loro, come se fossero ancora a contatto. Essi mantengono la capacità di effettuare un'azione di comunicazione simultanea a distanza. Pertanto la spiegazione semplice di questo apparentemente strano comportamento – noto come Esperimento di Aspect – risiede nell’esistenza di una realtà “non-locale” accanto a quella più nota, la realtà locale, in cui viviamo, e  dimostrata, da parte del dott. Stagnaro,  di decisiva importanza anche nella attività dei sistemi biologici. Se pensiamo alla natura degli elementi sub-atomici, componenti del nostro stesso corpo, come insegna Schrödinger, fatti simultaneamente di particelle e di onde, comprendiamo che soltanto la prima è localizzabile, mentre la seconda sfugge a qualsiasi localizzazione. Ne consegue il “principio di indeterminazione” , infatti di un elettrone in movimento possiamo “separatamente” calcolare prima la posizione (P) e poi la velocità (V), mentre non risulta possibile misurare entrambe le variabili (P e V), contemporaneamente. Se però associamo a ciascuna particella dell’ esperimento di Aspect, un'onda e nel mentre le particelle si separano le due onde associate rimangono intrecciate allora tra le due particelle rimane attiva una comunicazione simultanea di informazione coerente. Se l’ intreccio tra le onde associate a particelle “entangled”, risulta attivo in una dimensione universale, allora è possibile concepire che l’ universo si auto-organizza attraverso l’ entanglement delle particelle, collegando le singole parti di questo ologramma cosmico che si evolve in comunicazione simultanea tra le sue parti . L’esperimento di Lory, si può così riassumere, offrendone una esemplare descrizione operativa: la pressione digitale applicata sopra una parotide oppure una ghiandola salivare sottolinguale, di una sorella gemella "monovulare" (l'esperimento è stato eseguito la prima volta su due gemelle, ma ovviamente è valido indipendentemente dal sesso!) “simultaneamente” si osserva l'attivazione microcircolatoria tipo I, associato, del pancreas dell'altra sorella gemella, indipendentemente dalla distanza che le separa: metri o kilometri (v. gli articoli citati: Stagnaro S. e Manzelli P. e approfondimenti nel cap. Conoscenza).  E’ noto che una volta il pancreas era definito e conosciuto come la ghiandola salivare intestinale. Uno dei miei esperimenti è stato condotto con successo su due gemelle, di cui l'una era a Pavia e l'altra a Riva Trigoso! La “simultaneità” appartiene alla realtà “non locale”, che presenta una matrice Spazio/Tempo a 4 Dimensioni, ma con coodinate 2 DS (dimensioni spaziali) + 2 DT (dimensioni temporali), cioe bidimensionali nello spazio e nel tempo, come insegna Paolo Manzelli. La fisica classica e la meccanica quantistica della scuola di Copenaghen non sono in grado di spiegare la realtà non-locale. Come comunicano tali particelle? Esse certamente non possono comunicare inviandosi segnali che viaggiano alla velocità della luce. L’unica ipotesi sostenibile, avallata pure da Einstein, è che le particelle debbano per forza rispondere a delle variabili nascoste, non ancora conosciute. David Bohm ipotizza che tali variabili nascoste siano proprio nel Potenziale Quantico.Egli quindi sospetta  che il motivo per il quale le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione è solo un’illusione. Da questa intuizione nasce tutta la teoria sull’ordine implicato: ad un qualche livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali ma estensioni di uno stesso organismo fondamentale. Ci sono  esempi di realtà non-locale  nella  subquantistica biologica e psichica ( vedi esperimento due coscienze legate da campo di forma emozionale], nella quantistica (teletrasporto), nell’ambito neurale (neuroni, microtubuli, tubuline),  (v. Tesla, Todeschini, Bohm, Pauli, Jung, Bohm), negli studi sulla coscienza (esiste una coscienza globale collettiva per la quale fenomeni di portata mondiale influenzano le coscienze di tutti gli esseri umani sulla terra che così vengono entangled  (v. Globalconsciousness project di Robert Nelson). La causalità si interseca con la sincronicità; prima c’era solo causalità, ora c’è pure la sincronicità da metterci insieme.

 

 

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