2.4 La coscienza |
Lo yogi realizza che il soggetto della conoscenza, gli strumenti della conoscenza e l'oggetto della conoscenza sono una cosa sola. La coscienza diviene un puro cristallo trasparente che riflette l'essenza delle cose. In questa dimensione il mondo, i significati e i contenuti si fondono e divengono una sola unità conoscibile. Quando la coscienza si riflette in colui che conosce e nell'oggetto conosciuto, appare onnicomprensiva. Patanjali INDICE .......................................................... |
Cos’è la coscienza? C'è chi dice che non si può definirla o che si può definirla solo in rapporto a qualcos'altro o a qualche grandezza (individuale, particolare, cosmica, universale). C'è chi dice che la coscienza è la base dell'essere, la radice di ogni cosa, tutto ciò che esiste, ciò che ha creato il mondo (lo Spirito, Dio, il Trascendente): in principio c'era solo coscienza. Dio Coscienza creò l’universo contemplandolo; osservandolo esso si creò. E' la Coscienza che ha il potere causale di scegliere la realtà materiale (che può esistere solo al suo interno): essa fa diventare attualità ogni potenzialità o possibilità in maniera discontinua, sincronica, non-locale.. La materia quindi nasce da una forma intrinseca di energia chiamata coscienza, che opera secondo leggi fisico - matematiche. La coscienza esiste sia all’interno che all’esterno della realtà materiale, spazio-temporale. Come trascendenza all’esterno, essa è Pura Coscienza, non manifesta. Come immanenza, all’interno, essa appare divisa tra la percezione di sé e del mondo, tra soggetto ed oggetto, ma la divisione è illusoria (vedi maya e oriental filosofia). Al di là della Coscienza non vi è natura individuale negli oggetti. E dov’è la sede della creazione? E’, secondo Bohm, nel mondo implicato stesso, mentre l’olomovimento non è altro che il processo della creazione. Così David Bohm definisce la coscienza: “La coscienza può essere descritta in termini di una serie di momenti. Un momento fa nascere un momento successivo, in una dinamica tale che ciò che era prima implicato diventa ora esplicato mentre il precedente contenuto esplicato è ora diventato implicato. La coscienza non è altro che uno scambio, è un processo di feedback il cui risultato è un accumulo crescente di comprensione della realtà”. Esiste quindi una realtà parallela alla realtà fenomenica. Nell’universo c’è Materia ed Energia, ma parallelamente c’è Coscienza. Dietro alla Materia esiste un Disegno, un Progetto Divino perché c’è un regista silenzioso che la governa. Proviamo a comprendere la coscienza o perlomeno ad avvicinarci procedendo lentamente, passo dopo passo, partendo da ciò che ci sta davanti agli occhi: la realtà fenomenica, il mondo che possiamo direttamente osservare. Davanti ai miei occhi ho un pupazzo di neve. Lo posso toccare, è concreto, tangibile, seppure sia esso pure un insieme di fiocchi di neve, e ciascun fiocco è pieno di buchi a grandezze sempre più piccole, è un frattale [v. 1.5]. Da dove viene questo pupazzo? (seme, idea, albero) Cos’è che fa nascere il pensiero (che è materiale, è energia sottile manifesta) – pupazzo? Non è altro che la coscienza. Potrebbe essere pure la memoria, se attingessimo ad essa, rievocando esperienze simili. Ma per semplicità supponiamo che la mente sia vuota, non sia mai capitato un caso analogo, e che sia la prima volta che vediamo la neve. Ad esempio Mozart quando cominciò a suonare e comporre all’età di quattro anni e mezzo, senza maestri ne professori né libri, certamente era avvolto dalla grazia della Coscienza che lo Ispirava. La coscienza quindi suggerisce un disegno, è essa stessa il disegno e tale disegno è denso di informazione, la quale si concretizza nell’opera finale attraverso il mio movimento fisico-mentale. Esiste un percorso analogo a livello più sottile considerando unicamente come nasce l’idea-pupazzo. Consideriamo unicamente come realtà osservata e fenomenica l’idea pupazzo. Il pensiero-idea pupazzo è concreto, osservabile, è manifesto (realtà esplicata). A monte vi è la coscienza che è non-manifesta (ordine implicato). Cosa c’è in mezzo? Analogamente a prima la coscienza genera (contemplandoci) un disegno sottile, uno schema, una forma ricca di informazione, che potremmo chiamare archetipo, frattale, ologramma. L’informazione è dinamica, si muove attraverso un processo dinamico, (l’olomovimento bohmiano), e tutto ciò avviene simultaneamente, al di là dello spazio tempo, sincronicamente, (siamo nella realtà non-locale). L’informazione dal disegno frattale (generato dalla coscienza), {grazie all’olomovimento}, da potenziale e possibile diventa attuale, concreta, reale, osservabile, e nasce l’idea. L’idea è quindi energia sottile manifesta. L’energia-informazione rende possibile l’idea pensiero creativo. Come l’energia non-manifesta diventa manifesta? Esiste un’energia non-manifesta nell’universo, ovunque, il Potenziale Quantico, ed è densa di informazione. Il potenziale quantico è campo informativo, è Energia Informazione [EI]. Esso appartiene alla realtà non-locale, all’entanglement, è quantico, non-locale, discontinuo, e agisce sincronicamente [v. Jung]. Vi è continuo rimbalzo tra manifesto e non-manifesto, tra non-manifesto e manifesto, in un feeback retroazione continuo tra ordine implicato ed esplicato. La coscienza-frattale-informazione-olomovimento-potenziale quantico è l’ordine implicato, potenziale, non-manifesto, mentre il pensiero-idea, la materia, il pupazzo di neve, è l’ordine esplicato. Analizziamo più a fondo il feedback continuo tra ordine implicato ed esplicato.
C’è un seme, nel seme c’è tutta l’informazione, attraverso l’olomovimento, il seme si libera, germoglia, nasce la pianta, l’albero. Entro dentro l’albero. Sono lì lì per per espandermi, ramificare, per nascere nuova foglia, ma c’è un’ombra, un giuoco di luce, c’è l’energia di un fratello albero che interferisce: allora lì mi fermo, rispettosamente, e mi armonizzo con esso creando un tutto, fino a confonderci (non continuo, non esiste litigio). E cosa dice il poeta? |