3.3 L’autopoiesi e l’Energia Informazione

 

La Vita è una parabola che inizia con l’Attrattore Strano e finisce nell’Attrattore a Punto fisso, passando per l’Attrattore a Ciclo Limite.

Sergio Stagnaro

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C: Questa scoperta meravigliosa pare collegarsi direttamente alla teoria di Maturana e Varela sull'autopoiesi. L'organizzazione di un sistema vivente, essi spiegano, è l'insieme delle relazioni fra i suoi componenti che definiscono il sistema come appartenente ad una certa classe. La descrizione di quest’organizzazione, è una descrizione astratta di relazioni e non identifica i componenti. Essi ipotizzano che l'autopoiesi sia uno schema generale di organizzazione, comune a tutti i sistemi viventi, qualunque sia la natura dei loro componenti. La struttura di un sistema vivente infatti è costituita dalle relazioni reali fra componenti fisici, realizzata secondo un disegno inscritto nel principio che sottende l'organizzazione del sistema. In altre parole, la struttura del sistema è l'incarnazione fisica della sua organizzazione.

S: Per esempio, per quanto riguarda i sistemi biologici, tutte le alterazioni genetiche informano il relativo microcircolo, in accordo con la mia teoria dell'Angiobiopatia, che completa la “Tischendorfiana” Angiobiotopia, in un modo o principio sostanzialmente simile: il rimodellamento microcircolatorio, su cui è fondato il RR. Tuttavia, poi, nel RR oncologico abbiamo un sottotipo, a) di DEB o sbarramenti, più rigidi, più ostacolanti il flusso, mentre in tutti gli altri RR il sottotipo è b) aspecifico, che fortunatamente diventa "specifico" in base alla sede (ad esempio nel pancreas c’è il RR diabetico; nelle articolazioni il RR reumatico, eccetera). L’aupoiesi nella fattispecie coinvolge quindi l’organizzazione del sistema biologico, il processo di strutturazione o materializzazione dello schema di organizzazione il cui principio è Energia Informazione [v. 2.3], ed infine la strutturazione dello stesso.


C: L'autopoesi è così definita. Essa è una rete di processi di produzione, in cui la funzione di ogni componente è di partecipare alla produzione o alla trasformazione di altri componenti della rete. In questo modo, l'intera rete produce continuamente se stessa, rimodellandosi secondo le circostanze.

S: Infatti se io curo il RR oncologico [vedi oltre] i DEB patologici oncologici - duri, rigidi, poco elastici, molto ostruenti il flusso micro circolatorio - a mano a mano che la cellula parenchimale del RR migliora la sua funzione mitocondriale con conseguente aumento del livello di energia libera, si trasformano in un primo tempo in DEB neoformati-patologici sottotipo b) aspecifici, meno ostruenti, ed infine in DEB sottotipo I "fisiologici", ed il flusso si ri-normlizza ed infine aumenta!

C: La rete è prodotta dai suoi componenti e a sua volta produce i componenti. Nei sistemi viventi il prodotto del loro operare è la loro organizzazione. E’ importante osservare che la loro organizzazione autopoetica comporta la creazione di un confine che specifica il campo delle operazioni della rete e definisce il sistema come un'unità.


S: Lo studio dello schema è quindi lo studio della forma, dell'ordine, della qualità, della Energia- Informazione pura, secondo Manzelli, mentre lo studio della struttura è quello della sostanza, della materia, della quantità: nell'esempio riferito prima, il rimodellamento microcircolatorio che sotto terapia continua a ri-modellarsi sino auspicalmente alla guarigione, ed oltre!

C: Lo schema di organizzazione di qualsiasi sistema, vivente o non vivente, è la configurazione delle relazioni fra i componenti del sistema che ne determina le caratteristiche essenziali.

S: Nell'esempio semeiotico - biofisico, ciò si rileva nell’Angiobiopatia.


C: La struttura di un sistema è la materializzazione fisica del suo schema di organizzazione. Ad esempio considerando una bicicletta, le relazioni funzionali tra le sue componenti denotano l'organizzazione, mentre la sua struttura è la materializzazione fisica del suo schema ed essa si può materializzare in molte strutture differenti (es. mountain bike, bici da corsa, ecc.), mentre il suo schema è unico (schema bicicletta). In una macchina come la bicicletta le varie parti sono state progettate costruite ed assemblate per formare una struttura di componenti fissi.

S: In un sistema vivente i componenti cambiano di continuo in risposta alle condizioni ambientali: in biologia, i fattori di rischio, sono attivi esclusivamente in presenza del RR di malattia, cioè soltanto se l'organizzazione del sistema è geneticamente alterata. Ogni cellula sana sintetizza e catabolizza senza sosta substrati vari, ed elimina prodotti di scarto. I tessuti e gli organi sostituiscono le proprie cellule in cicli continui. Ci sono crescita, sviluppo ed evoluzione.


C: Qual è la differenza tra una cellula sana e una tumorale?


S: Da quanto detto sopra, noi possiamo semeiotico - biofisicamente valutarne bed-side (al letto del malato) la differenza in modo indiretto ma accuratissimo, dalla nascita, attraverso la valutazione del RR oncologico e del Terreno Oncologico-Dipendente (TO). Senza TO non c’è assolutamente possibilità di RR oncologico! Osserviamo quindi la struttura e funzione del locale microcircolo, la Riserva Funzionale Microcircolatoria compromessa, l’ossigenazione istangica (o tessutale) ridotta (il cancro ha paura dell’ossigeno, si diceva una volta giustamente: il sangue è tanto ma circola in maggior parte nelle Anastomosi o circonvallazioni) ed altro ancora. Tutto ciò è oggi valutabile in pochi minuti, secondo le numerose metodiche da me illustrate (v. http://www.semeioticabiofisica.it).


C: E qual è la differenza tra una cellula tumorale benigna e una maligna?


S: Nel primo caso il microcircolo è “fisiologico” ma con attività alterata secondo il tipo di tumore benigno. Ad esempio nel fibroma ci sono minore flow-motion e minore vaso mozione; nella ciste il flusso è ridottissimo; nei polipi c’è attivazione del microcircolo che è struttura quasi normalmente, ecc.


C: Intendo differenza in termini qualitativi alla luce della teoria del caos: si sa qualcosa? C'è più "complessità" in quella sana? C'è più "linearità" in quella malata? Oppure il livello di complessità è lo stesso, ma si distingue in "complessità creativa ed evolutiva" (quella sana) da "complessità distruttiva e degenerativa" (quella malata)?


S: Cerco di essere chiaro: la complessità caotico - deterministica va riducendosi dalla condizione sana, fisiologica a quella di malattia, gradatamente nelle forme tumorali, ma anche nelle varie fasi, per esempio del diabete. Noi clinicamente la osserviamo, secondo l’Angiobiopatia, nelle fluttuazioni delle piccole arterie-arteriole (la vaso mobilità) e nei capillari nutrizionali (la vasomotion), che segue sempre alla prima e da questa è provocata. Il caos deterministico c’è solo se il livello di energia in loco è sufficientemente elevato. E' interessante anche sapere che esclusivamente in queste condizioni è presente la Realtà non-locale, accanto a quella locale nei sistemi biologici [v. 2.2; 3.8] [v. http://www.ilpungolo.com/leggitutto.asp?IDS=13&NWS=NWS5217 ]


C: Mi riferisco quindi a livello non solo di relazioni tra la singola cellula e le cellule vicine ed adiacenti con cui va ad interagire, ma anche a livello di processi interni, di retroazioni interne, come ad esempio quella rete autopoetica coinvolta nella riparazione del DNA.
(DNA --> RNA --> ribosoma --> enzimi --> DNA)


S: Il rimodellamento microcircolatorio tipo oncologico è espressione della presenza di mutazioni dei geni all’interno delle cellule in quella sede: ogni alterazione genica - cellulare trova la sua espressione nell’alterazione parallela del suo microcircolo. Io preferisco il termine unità microvascolotessutale. Il tessuto qui è quello intorno ai vasi, interstizio, non il parenchima!


C: Ad un punto nei tuoi scritti parli di cellule tumorali dormienti. Quali sono le differenze (nei termini di cui sopra) tra le cellule tumorali dormienti, quelle tumorali, e le cellule sane? Faccio uno sforzo di immaginazione: pensando al termine "dormienti" mi vengono in mente le recenti cellule terroristiche tristemente famose, quindi si può pensare ad esse come cellule che sono apparentemente sane, ma possono attivarsi da un momento all'altro a fini terroristici: c'è organizzazione (alterazione genetica), c'è RR, ma ci sono due strutture: una struttura sana (attiva) e una malata (per ora disattivata), manca solo l'attivazione, ciò che leghi organizzazione, RR e struttura (malata), ossia "la mente deviata", il processo cognitivo "terroristico", l'Energia Informazione, lo stimolo cognitivo, l'ordine ad attivarsi: è così? Nel frattempo però lavorano, si autorganizzano, si auto producono, e partecipano al processo evolutivo come una cellula sana (del resto, in genere, ci può essere una sola organizzazione e diversi tipi di strutture).


S: Perfetto! “Dormienti” perché sono potenzialmente oncogene ma al momento si comportano come la cosiddetta V Colonna di recente memoria: ancora una volta le definiamo dormienti “indirettamente”, ma con precisione, valutandone la locale microcircolazione, la struttura dei locali microvasi: il pH non è proprio perfetto oppure lo è di base ma non durante le prove dinamiche; la ‘Riserva Funzionale Microcircolatoria‘ [v. http://www.semeioticabiofisica.it] è sempre alterata ovviamente in rapporto con la gravità o stadio della patologia: all’alterata RFM presente alla nascita attribuisco un grandissimo valore diagnostico in tutte le malattie!

C: La straordinaria proprietà dei sistemi viventi di auto-produzione fedelmente all’idea e al feedback schema di organizzazione – struttura, suggerisce di utilizzare il processo come terzo criterio per una descrizione completa della natura della vita. Il processo della vita è l'attività necessaria alla continua materializzazione dello schema di organizzazione del sistema, e si può
chiamarlo processo di strutturazione.


S:Il criterio di processo, in biologia, va fondato e regolato dal principio dell'informazione pura (Energia Informazione od EI secondo Manzelli), che costituisce quindi il legame tra schema e struttura.

C: Mi puoi suggerire quali siano gli articoli in cui Paolo Manzelli parla di Energia - Pura e Energia - Informazione?


S: Puoi trovare l’argomento in http://www.egocreanet.it e http://www.edscuola.it/LRE.html e http://www.wbabin.net)


C: Nel caso della bicicletta lo schema di organizzazione è rappresentato dai disegni di progetto che sono utilizzati per la costruzione, la struttura è l'oggetto materiale costituito da una specifica bicicletta, e il legame tra schema e struttura è nella mente del progettista.

S: Che è pura energia (EI): "prima del Big - bang c'era Informazione."


C: Nel caso di un organismo vivente, lo schema di organizzazione è sempre materializzato nella struttura dell'organismo, e il legame tra schema e struttura consiste nel continuo processo di materializzazione (o meglio strutturazione). E' stata interpretata l'autopoiesi di Maturana e Varela come lo schema della vita (cioè lo schema di organizzazione dei sistemi viventi); la struttura dissipativa (si dissipa energia pura) definita di Prigogine come la struttura dei sistemi viventi, e la cognizione definita inizialmente da Gregory Bateson e in modo più completo da Maturana e Varela, come il processo della vita. L'autopoiesi è quindi la caratteristica che definisce la vita. Maturana e Varela prendono l'esempio di una cellula vegetale per definire l'autopoiesi. La caratteristica fondamentale di una rete vivente consiste nel fatto che essa produce continuamente se stessa. Così l'essere e l'agire dei sistemi viventi sono inseparabili e ciò costituisce la loro modalità specifica di organizzazione. L'autopoiesi o produzione di sé è uno schema a rete in cui ogni componente ha la funzione di partecipare alla produzione o alla trasformazione di altri componenti nella rete. In tal modo la rete costruisce continuamente se stessa.


S: E' prodotta dai suoi componenti e li produce a sua volta, sotto la direttiva di un disegno che è pura informazione.


C: Maturana e Varela
usano l'esempio della cellula vegetale evidenziando come la rete autopoietica crea il suo stesso confine, il quale definisce la cellula come un sistema distinto ed è
contemporaneamente una parte attiva della rete (nella fattispecie, la membrana cellulare). [v. 1.9 e 1.11] Essi definiscono varie proprietà delle reti autopoietiche come ad esempio il fatto che sono sistemi viventi autonomi (organizzativamente chiusi), benché non isolati dall'ambiente scambiando con esso materia ed energia: sono quindi auto-organizzantisi benchè l'interazione con l'ambiente non determini la loro organizzazione. L'autopoiesi ha inoltre la capacità intrinseca di produrre novità. Una rete autopoetica non è inoltre un insieme di componenti statici (come ad esempio lo schema di organizzazione di un cristallo) ma è un insieme di relazioni tra processi di produzione di componenti.


S: Basti pensare alla riproduzione di parenchima epatico, dopo exeresi (asportazione parziale o
totale di un organo)! Se questi processi si bloccano, si blocca l'intera organizzazione. Molto importante il fatto che se esistono congenite alterazioni, geneticamente trasmesse attraverso la madre [v. Istangiopatia Congenita Acidosica Enzimo-Metabolica, ICAEM, citopatia mitocondriale, ovvero patologia mitocondriale funzionale, nel sito http://www.semeioticabiofisica.it] che modificano lo svolgersi fisiologico dei processi vitali, insorgono le più gravi patologie umane, e non, oggi vere e proprie epidemie. Le reti autopoetiche devono perciò rigenerarsi di continuo in modo normale, fisiologico, per conservare la propria organizzazione.


C: I tre criteri fondamentali della vita - schema, struttura e processo – (riletti in chiave semeiotico
biofisico-quantistica) sono intrecciati in modo così stretto che è difficile discuterne separatamente. L'autopoiesi, lo schema della vita, è un insieme di relazioni tra processi di produzione; e una struttura dissipativa può essere compresa solo in termini di processi metabolici e di sviluppo. La dimensione di processo è dunque implicita sia nel criterio di schema che in quello di struttura. Nella teoria dei sistemi viventi che sta emergendo, il processo della vita - la continua materializzazione di uno schema autopoietico in una struttura dissipativa - si identifica con la cognizione, il processo della conoscenza. Secondo la teoria dei sistemi viventi, la mente non è un’entità, ma un processo; il processo stesso della vita. L'attività di organizzazione dei sistemi viventi, a ogni livello in cui si manifesta la vita, è attività mentale. Le interazioni di un organismo vivente - vegetale, animale o umano - con il suo ambiente sono interazioni cognitive, ossia mentali. Vita e cognizione risultano connesse in modo inseparabile. La mente - o meglio detto, il processo mentale - è insita nella materia a ogni livello in cui si manifesta la vita. Il fenomeno della mente è legato in modo indissolubile al fenomeno della vita. La mente è l'essenza di esser vivi. Qual è dunque la natura della vita? E' l'autopoiesi. E che cos'è la cognizione? L'intuizione che sta al centro della teoria di Santiago (sempre di Maturana e Varela) è la stessa di Bateson: l'identificazione della cognizione, il processo della conoscenza, col processo della vita. Questo implica che non è necessario che ci sia un cervello perché esista una mente. Un batterio ad esempio, o un vegetale, non ha un cervello ma possiede una mente.


S: La mente non è quindi una sostanza ma un processo: il processo della cognizione, che si identifica col processo della vita, dove la parte centrale è recitata dalla EI, energia pura. Il cervello è una struttura specifica per mezzo della quale agisce questo processo. La relazione tra mente e cervello è quindi una relazione tra processo e struttura. Mente e materia non appartengono quindi a due categorie distinte, ma rappresentano aspetti diversi o dimensioni diverse dello stesso fenomeno della vita [si veda il mio articolo in http://www.ilpungolo.com: "Materia e Spirito nei Sistemi Biologici"].


C: Il nuovo concetto di cognizione, il processo della conoscenza, è quindi molto più vasto del concetto di pensiero. Ne fanno parte le percezioni, le emozioni, le azioni, l'intero processo della vita. Nell'ambito umano fanno parte della percezione anche il linguaggio, il pensiero concettuale, e tutti gli attributi della coscienza che è propria dell'uomo."


S: Detto questo la similitudine che si potrebbe azzardare è in questi termini: lo schema di organizzazione potrebbe essere l'insieme delle mutazioni genetiche, trasmesse dalla madre mediante il mit-DNA e non solo il n-DNA, ossia lo schema latente, il progetto di potenziale malattia, che si presenta alla nascita fortunatamente come Reale Rischio Congenito Semeiotico Biofisico, facilmente riconosciuto bed-side, il quale in seguito può evolvere nella patologia se lasciato a sé, mentre la struttura, ossia la materializzazione dello schema, sarebbe la malattia nel caso insorgesse. Ciò che lega schema a struttura è dato dal processo, il cui principio è Energia - Informazione, e da quanto sopra, in un sistema vivente, il processo è dato dalla cognizione, dal processo mentale.


C: Come il detto "siamo noi la causa dei nostri mali", intendendo come noi, l'insieme di relazioni che poniamo in essere con i nostri processi mentali, si potrebbe sostenere che è la mente - ovvero la cognizione - che determina la malattia, che da struttura, materializzazione fisica, allo schema latente della malattia stessa, se esso è rilevabile fin dalla nascita?


S: In tal caso la prevenzione, oltre al fatto di rilevare il Reale Rischio Congenito Semeiotico Biofisico, potrebbe porre attenzione e cura sui processi mentali, considerando per esempio, che il Terreno Oncologico, da cui deriva il RR oncologico, è un’ alterazione del sistema psico-neuroendocrino- metabolico, sui cui la Mente può svolgere un’influenza positiva o negativa [dimostrata nel mio Introduzione; v. bibliografia].


C: Uno dei campi di ricerca di Varela era anche l'immunologia, e la neuroimmunologia. Egli fece un esperimento addestrando delle persone alla meditazione buddista, ovvero invitando due gruppi di persone a fare una sessione di meditazione. La meditazione è supposta come qualcosa di benefico alla mente (e di conseguenza al corpo, ovvero in modo simultaneo). Ebbene, un gruppo di persone è stato sottoposto al corso di meditazione, mentre l'altro gruppo no, dicendogli che non c'era più posto. Sono stati misurati clinicamente gli stati cerebrali con l'EEG, ed è stato rilevato un miglioramento delle emozioni a livello cerebrale, nel gruppo che ha fatto meditazione; e un peggioramento nel gruppo che non l'ha fatta (probabilmente deluso per non averla fatta). Ad ogni emisfero (destro o sinistro) del cervello si associano le emozioni positive e negative (ossia se abbiamo un'emozione positiva, si attivano solo le parti del cervello a sinistra, al contrario si attivano solo parti del cervello a destra nel caso di emozione negativa distruttiva). L'esperimento è continuato sottoponendo anche tutti i partecipanti (meditatori e non) ad un vaccino per l'influenza. Ebbene l'effetto del vaccino è risultato migliore nel gruppo che ha meditato, rispetto all'altro. La meditazione ha quindi rafforzato il sistema immunitario, e la capacità di trarre vantaggio da un vaccino.


S: La Semeiotica Biofisica conferma tutto quanto sopra riferito: la preghiera - anche all'insaputa del soggetto interessato - fa aumentare in lui la sintesi anticorpale, che dal tipo cronico passa al tipo acuto, presente nelle infiammazioni, per es., come la banale influenza! [v. 4.17]

C: Vedi delle analogie o somiglianze tra il Reale Rischio Congenito Semeiotico Biofisico e la teoria sull'autopoiesi?

S: Certamente: ma attento! Il RR è l'espressione, materializzazione, iniziale - e per noi favorevole - dell'organizzazione del sistema che è, secondo me, l'insieme di mutazioni che alterano appunto i normali processi di strutturazione del sistema biologico. Per ricapitolare tra Organizzazione e Materializzazione c'è per fortuna il RR, secondo l'Angiobiopatia!

C: E’ proprio così: il RR può solo stare in mezzo tra Organizzazione e Materializzazione, perché è un qualcosa di non ancora materializzato (quindi non è struttura), però d'altro canto si può rilevare attraverso esami o test clinici (quindi è un po' più che astratto: se fosse solo a livello di idea, di progetto, di organizzazione, non si potrebbe coglierlo).

S: E aggiungo, fatto importante, in modo quantitativo in pochi secondi, per cui il metodo clinico è applicabile su vasta scala, razionalmente e senza alcuna spesa né per la società né per il singolo.


C: A livello terapeutico nei tuoi scritti scopro ciò che intuitivamente ho pensato anch'io senza saper nulla di medicina: si fa regredire il "male" (o il "male" potenziale) agendo a livello cellulare.

S: Più esattamente mitocondriale, sulla citopatia funzionale che io ho definito col termine Istangiopatia Congenita Acidosica Enzimo-Metabolica (ICAEM), ormai nota in tutto il mondo…

C: E sfruttando in un certo senso l'autopoiesi a rovescio. Ossia, mentre nell’autopoiesi normalmente si passa dallo schema alla struttura (mediante il processo, il cui principio tu chiami Energia Informazione), ora dalla struttura (in caso di malattia, "de materializzando" la malattia) o
dal RR si tenta di tornare allo schema (percorso inverso).

S: Esattamente, rifornendo Energia Vibratoria, secondo Manzelli, energia correlata con la materia (EM) e, a noi qui interessa con l’EI, energia-informazione, che è la terza forma della triade in cui si trova l’energia [v. 2.3 ; 3.3; e www.ilpungolo.com].

C: In senso intuitivo posso capire che questo processo inverso si attua in modo tale che una cellula sana (o una "malata" curata) retroagisca sulle cellule vicine, innescando una serie di meccanismi e anelli di retroazione.

S: In verità noi agiamo sulle cellule malate; quelle attorno al tumore iniziale sono sane, come ho
dimostrato sulla base dell’Angiobiopatia. [Dalla Bibliografia nel mio sito, 135. Stagnaro Sergio. Inherited failure is solely in tumour cells. Theoretical Biology and Medical Modelling. 206, 3, 43 http://www.tbiomed.com/content/3/1/43/comments#252553 2007]


C: Si agirebbe quindi ai confini fisici (o nel suo mezzo, ma forse nel suo mezzo sarebbe difficile aprirsi una strada essendo circondati completamente da cellule malate) del male (in caso di malattia, ovvero di schema già materializzato) facendolo regredire, tornare indietro, in modo che
le cellule tumorali poco a poco vanno a trasformarsi in cellule sane, (tramite trasferimento di informazione ed energia e/o attraverso reazioni chimiche innescate da determinate sostanze tipo melatonina).

S: Utilissimo agire prima possibile, nel RR oncologico, anche mediante applicazioni di NIR-LED, luce vicino all’infrarosso. [V.NATURE.com]


C: E come avviene, se è così che funziona, il meccanismo? Tale energia-informazione-sostanza entra dalla membrana cellulare della cellula infettata (che non riconosce il pericolo di sanificazione)? E così entrando va a retroagire su tutti i meccanismi e processi interni ed esterni
della cellula, agendo pure sul suo nucleo, sul DNA e sul RNA?

S: Non spingiamoci troppo avanti, ma senza Energia-Informazione o “catalitica” secondo l’amico Manzelli (ovvero senza il Principio informativo) e senza Energia-Vibratoria (energia libera, ATP) la cellula non è in grado di svolgere le sue normali funzioni!

C: In tal modo essa oltre a curare se stessa, va ad influenzare le cellule vicine innestando un meccanismo continuo e positivo di retroazione (fino a far regredire completamente tutto il "male")?

S: No, per me sono sane [Vedi sopra], e aumentano sotto terapia il livello di energia proprio.

C: I metodi aggressivi invece non risolvono il problema, agendo solo a livello fisico, strutturale. Distruggendo semplicemente le cellule tumorali, od asportandole, si elimina una parte, ma il corpo non impara nulla, anzi, è probabile che le cellule tumorali si ricreino, perché non si agisce sull'organizzazione, e tantomeno sul RR.

S: E nemmeno sul Terreno Oncologico: rimangono inalterati, oppure aggravati dalla chemioterapia che può causare il tumore maligno!

C: E' un po' come potare un albero e lasciarne solo il tronco. In tal caso elimino fisicamente una
parte di albero, ma la sua organizzazione resta intatta, inattaccata, perciò ricomincerà a crescere, evolvere, biforcare, creare rami, foglie, espandersi, ecc. (mi pare un concetto così semplice da capire, mi pare strano che i tuoi colleghi medici non lo capiscano; si basa su quest'idea pure il metodo Di Bella, vero?).

S: Concordo pienamente.

C: Questo approccio, riassumendo, agisce sul processo che lega lo schema (autopoietico) alla struttura, invertendolo. In caso di malattia (o di RR), si agisce quindi sulla "mente" delle cellule (sul processo cognitivo cellulare il cui principio è Energia Informazione), dematerializzando la struttura (o il RR). Il metodo classico aggressivo di distruzione od asportazione delle cellule, oltre ai danni collaterali all'organismo, non agisce sul processo, sulla mente, sull'Energia Informazione secondo Manzelli, lascia perciò inalterato il processo cognitivo che lega schema a struttura (del resto mente = energia). Di conseguenza, una volta bloccato o distrutto tutto l'insieme di cellule tumorali, è probabile che esse rinascano, e si ricrei, e si continuino a materializzare (strutturare), perché è il processo cognitivo quello che non va, è ciò su cui agire per spezzare il legame schema- struttura (o schema - RR - struttura). Pare quindi importante, fondamentale agire sulle relazioni, sui processi, anziché sulla materia, sulla sostanza (che tra l'altro è un insieme di relazioni anch'essa). Parlando di energia mi viene in mente ad esempio il mitocondrio di una cellula vegetale. Esso funziona come una centrale elettrica, e le centrali elettriche assicurano la respirazione della cellula, utilizzano cioè l'ossigeno per scomporre le molecole organiche in anidride carbonica.

S: Il cui O2 è quello dei substrati metabolizzati.

C: Ed acqua.

S: il cui O è quello preso respirando.

C: L'energia rilasciata in questo processo è fissata a speciali vettori di energia. I vettori di energia.

S: ATP in primis.

C: Sono composti molecolari complessi che raggiungono le altre parti della cellula per fornire l'energia necessaria a tutti i processi cellulari, noti nel loro insieme col nome di metabolismo cellulare. I vettori di energia fungono da unità energetiche fondamentali della cellula, un po' come il denaro nell'economia umana. Di recente si è scoperto che le centrali elettriche contengono il proprio materiale genetico e si riproducono indipendentemente dalla riproduzione della cellula.

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