4.16 ..Comunione

 

La comunione è condivisione e unità nella diversità.

INDICE ...........................................................

Nella condivisione sono nell'amore. Condivido con te tutto ciò che ho, perché non sono più schiavo del possesso, del mio e del tuo. Ti do tutto me stesso, tutto ciò che ho. E questo viene da me naturalmente, senza fatica, con gioia. Se non ci fosse spontaneità e naturalità, sarebbe uno sforzo duro, perché ancora non sarei nell'amore. Nella comunione divento tutt'uno con te. Eravamo due, diventiamo una cosa soltanto. Io nell'amore, tu nell'amore, diventiamo noi nell'amore, uno nell'amore. E' il trionfo dell'amore. "Bella è l’immagine di eros ed agape entrambi parti di un’unica medaglia, e belli tutti i discorsi annessi e connessi. Parlando poi di amore tra due persone, bellissima pure è la constatazione di vedere il divino nell’altro, Gesù nell’altra persona (un po’ quello che faceva Madre Teresa). Nel matrimonio per eccellenza, la massima espressione che può accadere, avviene una cosa meravigliosa: due persone si uniscono in Cristo. Avviene una fusione, un’unità. Non sparisce la dualità, perché non ci dev’essere un annullamento dell’uno nell’altro, gli spazi, e le caratteristiche individuali devono essere rispettati ed accettati, anch’essi come un dono di Dio (il mio amico missionario in Kenya per una vita si batte per il mantenimento e il rispetto delle tradizioni e delle culture antiche delle tribù africane), però allo stesso tempo c’è quest’unione, questa fusione spirituale, una comunione di intenti: si uniscono le forze per servire Gesù Cristo. Questa è l’essenza del matrimonio. Il matrimonio è una dichiarazione solenne di servizio a Gesù. L’unione tra due persone non è più riducibile ad un dare e a un ricevere, questa è un’interpretazione ad un livello più basso di comprensione. In realtà non si dovrebbe parlare più di dare e ricevere, c’è solo un dono di sé all’altro (che non è più altro, perché diviene tutt’uno con noi stessi) e con l’altro agli altri. Non ci può essere tornaconto. L’abbandonarsi a Dio è un qualcosa che esula da ogni tornaconto, perché è un qualcosa che può sorgere solo spontaneamente (se fosse per interesse non sarebbe un abbandonarsi, non sarebbe un servizio, sarebbe solo una forma sottile di opportunismo per cercare una qualche ricompensa). Il matrimonio diventa un abbandonarsi all’altra persona perché si riconosce in essa un dono di Dio, una creatura divina, Gesù in persona che si manifesta attraverso di lei per me. Questo però non dev’essere un punto di arrivo, bensì di partenza: due persone unite nella fede e nell’amore, fortificano il loro servizio a Dio e agli altri. Questo è lo scopo della loro unione, ovvero lo scopo che può dare frutti duraturi. Ciò che accade tra di loro una volta resa solenne la loro unione avviene sotto la benedizione di Dio, è importante per alimentare e dare vigore ed energia al rapporto, ma tale rapporto diviene un passaggio secondario: il passaggio primario è essere due in uno, strumenti nelle mani di Dio, al di là di ogni desiderio, egoismo, ed aspettativa personale, individuale o di coppia.


S: La stessa Realtà non-locale [v.2.2] rappresenta la corroborazione scientifica che tutta la realtà è in sostanza un grande ologramma: allontanandoci dall’Uno diventiamo individualità, ma percorrendo a ritroso il cammino della creazione ci ritroviamo quale unica divina sostanza.

 

INDICE