4.21 ..Abbandono

 

Non dimenticare che sei uno strumento guidato dalla Coscienza Superiore, la quale agisce in te come coscienza individuale. Sei una piccola cellula che la Coscienza Cosmica fa funzionare.

Sri Gurudev

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Nell'amore c'è abbandono, o meglio, abbandonandoci siamo nell'amore. Abbandonarsi è spogliarsi di ogni difesa, di ogni resistenza, di ogni ambizione, di ogni desiderio, di ogni aspettativa. Abbandonarsi è tornare nudi, innocenti, puri, spontanei, ingenui, semplici, luminosi, pieni di gioia, pieni di meraviglia, pieni di stupore, trasparenti, elastici, flessibili, vigili, attenti, genuini, con tanta voglia di conoscere e di imparare, come quando eravamo bambini. Nel momento in cui non siamo più bambini, non ci sentiamo più bambini, ci incamminiamo verso il mondo dei grandi. E da grandi ci sentiamo forti, potenti, capaci di fare qualsiasi cosa, di arrivare a qualsiasi traguardo, ambiziosi, desiderosi di successo, di denaro, di una famiglia, di un partner, di avere figli. Da grandi interpretiamo la vita secondo la nostra volontà, secondo come ci pare e piace: tracciamo un sentiero sulla mappa e cerchiamo linearmente di seguirlo. Poi arrivano le delusioni, gli insuccessi, le sofferenze, gli imprevisti, e allora stiamo male, soffriamo, perdiamo la gioia, perdiamo il sorriso, diventiamo infelici. Dove sta l'errore? Sta nel sentiero che abbiamo tracciato nella mappa. E' troppo dritto, non conosce le curve, non conosce le salite, non conosce le discese. E' una forzatura. Il mondo è non lineare, imprevedibile, pieno di saliscendi, basta guardarci attorno. Nell'abbandono camminare diventa più facile. Non perforiamo le montagne per costruire gallerie: seguiamo il territorio, su e giù, senza distruggere alberi, foreste, senza riempire di cemento la natura. Andiamo su e giù, seguiamo gli avvallamenti, giriamo intorno, facciamo delle curve, ci armonizziamo al paesaggio senza distruggerlo. Lo accompagnamo armonicamente. Abbandono non significa quindi essere passivi, inermi, pigri, senza iniziative, amorfi. Abbandono vuol dire essere attivi, pieni di energia, dinamici, pieni di iniziative, però nel rispetto degli altri, della natura e dei suoi disegni, nella comprensione profonda di tutto ciò che ci circonda. Se guardi un bambino non fa resistenza, è morbido, leggero, senza tensioni. Non ha difese, non ha ambizioni, non ha aspettative, non ha desideri (se non quello di succhiare il latte dalla mamma, perché si ricorda che è buono). Un bambino è nell'amore perché si abbandona, si abbandona totalmente, in fiducia completa verso chi lo circonda. Perché abbandonarsi? Non rischiamo forse di essere maltrattati, presi in giro, sfruttati? Qualcuno non potrebbe approfittare di noi? Il bambino non si pone di certo di questi problemi. In genere gode di una protezione sopra le parti: fa così tanta tenerezza, suscita tanto amore nei suoi confronti, che nessuno lo tocca, diventa intoccabile, sacro, tanto è puro e innocente. Allo stesso modo se noi tornassimo bambini nel senso di cui sopra, torneremmo ad essere intoccabili, puri, sacri, innocenti. Godremmo di una protezione invisibile. Certo, qualcuno potrebbe approfittare di noi, sfruttarci, prenderci in giro, però questo non ci toccherebbe minimamente, perché quando c'è sacralità, quando c'è purezza, quando c'è innocenza, niente si può contro di noi.

Siamo tutti delle trottole. Esiste un Giocatore. Egli arrotola il filo e tira, e noi giriamo. In base a come il filo è arrotolato e alla velocità con cui Egli giuoca, tu giri per un certo tempo e poi cadi. (Thaimanuvar).

 

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