4.4 ..Servizio

 

Non permettere mai che qualcuno venga a te e vada via senza essere migliore e più contento.

Madre Teresa

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Siamo nati per servire gli altri. Siamo nati per servire gli altri con gioia. Il servizio è un atto d'amore fatto con gioia, dedizione, pienezza. Stiamo servendo quando siamo presenti completamente: servo te quando metto tutto me stesso nell'atto, nelle parole, nel gesto, nel pensiero che ti sto dedicando in questo momento. Se parlo con te e intanto scrivo qualcos'altro non ti sto servendo completamente, non ti sto amando pienamente. Se stai parlando con me ed io seguo i miei pensieri che vanno in altre direzioni, in quel momento non ti sto servendo, non c'è amore. Se non c'è servizio, e se non c'è gioia nel servire, non c'è amore. Se preparo un cibo chiacchierando con qualcuno senza prestare attenzione completa a ciò che sto facendo, non sto servendo bene, c'è una mancanza. Ogni volta che in qualche modo agisco, non dovrei essere distratto dai miei pensieri, dalle parole, dalle interferenze ambientali. Entrando nell'azione, completamente immerso in essa, tutt'uno con essa, comincio a servire: il mio viso è rilassato e da esso traspare la gioia, la serenità, l'amore col grembiule bianco. Io ti servo, pur mantenendo la mia dignità, continuamente, e c'è piacere per me nel farlo. Io ti servo e non ti chiedo nulla, non mi aspetto nulla da te, non ho nessuna aspettativa, nessun desiderio, nessun progetto su di te o che ti riguardi. Ti servo soltanto per il piacere e per la gioia che questo mio servizio mi dà nel momento stesso in cui lo svolgo, nient'altro. Servire è attenzione e dedizione completa, unita però ad elasticità. Se servo te e qualcun'altro mi chiama, cerco di servire anche l'altro: non può esistere esclusività, rigidità, sordità, disattenzione, indifferenza. L'attenzione dev'essere totale. Ciascuno nella vita serve gli altri secondo i propri talenti, le proprie capacità, le proprie percezioni e vocazioni. Il servizio è amore quando è pura gioia e fine a se stesso. Se c'è filantropia, se è la mente che lo impone per poi farci sentire bene dopo aver servito in qualche modo, in quel caso avviene un sottile auto inganno, serviamo gli altri per imitazione, perché cerchiamo un premio, un riscontro, un tornaconto spirituale, un qualche benessere interiore, la voce della nostra mente che si congratula e ci dice: "Bravo, hai fatto la tua buona azione quotidiana!" Il servizio è amore quando è continuo, permanente, spontaneo, naturale. Il servizio “Una tantum” non è amore. Io ti posso servire con amore soltanto dopo aver fatto un bagno di umiltà e con questo mi spoglio di ogni diversità che sento avere rispetto a te: che tu sia donna, uomo, bambino, anziano, figlio, nipote, moglie, marito, nonno, malato, disabile, drogato, carcerato, orfano, ladro, soldato, ricco, povero, pazzo, normale, qualsiasi etichetta abbiano appiccicato addosso a me o a te, ora non esistono più. Ti sto davanti, qui pronto per servirti e in tutta umiltà ti porgo la mano e ti dico: tra noi non ci sono differenze importanti, siamo uguali. La tua anima è nobile quanto la mia, il tuo cuore batte come il mio, e se anima e cuore uniti assieme ti concedono un sorriso, esso andrà a confondersi con il mio. Quando servo, chiunque servo, servo mio fratello. Se non lo riconosco mio fratello, non sto servendo.
Servizio agli altri non è nemmeno sottomissione, perché sottomettersi è porsi un gradino sotto, sentirsi inferiori, perdere la propria dignità. Io servo te chiunque tu sia, e servendo te servo me. Servendo te con passione, con entusiasmo, con tutto me stesso, allo stesso tempo mi riempio di gioia: l'amore che da me fluisce nelle opere, nelle azioni, nei pensieri, nelle parole, al medesimo istante mi rigenera, si autoalimenta. Questa è la più bella ricompensa, tanto bella quanto inattesa. Se chiedo qualcosa in cambio, di qualunque genere sia, sia esso materiale o immateriale, dal denaro alla riconoscenza a un semplice grazie, non sono più nell'amore. Servirti può suscitarti spontaneamente l'impulso di ricambiare in qualche modo. E' la voce dentro di noi che ci suggerisce di accettare o meno, specie quando trattasi di denaro: in ogni caso un dono andrebbe accolto con gioia, quando è naturale e spontaneo, affinché nessuno si senta debitore verso nessun altro. Questo non è però un obbligo, una prassi, un dovere: ognuno è fatto in modo diverso, per cui il servizio è nell'amore soltanto quando è gratuito, spontaneo, senza aspettative, senza mire, senza tornaconto, e in noi rimane sempre la gioia dentro indipendentemente dalle azioni, parole e reazioni altrui. La gioia, la soddisfazione viene se gli altri sono soddisfatti: la gioia nostra è la gioia degli altri, così siamo nell'amore. La soddisfazione personale è cibo sottile per l'ego, siamo nell'amore quando non la cerchiamo e se arrivasse, che passi silenziosa e amorevolmente custodita come una brezza piacevole di passaggio! L'amore è invisibile, non cerca visibilità. L'amore non cerca il potere, e chi esercita un potere, se vuol essere nell'amore, deve solo servire, senza percepire nemmeno per un secondo di essere un potente, perché nell'amore il potere è un dono, non una caratteristica personale.

S: Nella realtà non-locale tutti siamo una realtà unica, il tutto contiene le singole parti e viceversa.

 

 

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