4.8 ..Ascolto

 

Ascoltare mille discorsi non è come vedere una volta sola.

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Ascolto te, ma non solo le tue parole. Ascolto le tue vibrazioni, i tuoi movimenti, i tuoi gesti, i tuoi silenzi. Ascolto gli spazi tra le tue parole e i tuoi pensieri, ascolto ciò che stai per dire e non hai il coraggio o la voglia di dire, ascolto le tue mani, i tuoi passi, i tuoi sorrisi; ascolto il ritmo delle tue parole, il timbro e la tonalità della tua voce; ascolto i tuoi occhi, i tuoi piedi, le tue gioie e le tue tristezze, i tuoi desideri e i tuoi rimpianti. Ascolto con tutti i sensi e non solo, te, completamente. E ascolto come? Ascolto libero da pensieri, opinioni, giudizi. Nell'ascolto il mio silenzio è totale, la mente è a riposo, il corpo riposa, non faccio null'altro che ascoltarti. Sono al tuo fianco, sto davanti a te e ascolto senza nessun’altra pretesa o distrazione, senza niente da doverti dire o rispondere, senza nessun consiglio pronto da darti, senza niente dentro. Sono completamente immerso nell'ascolto, nell'ascoltarti, completamente vuoto, libero, sereno, attento. Prima però di ascoltare te, forse è meglio che cominci ad imparare ad ascoltare me. Mi ascolto. Ascolto i miei passi, le mie parole, i miei sguardi, i miei sorrisi. Ascolto i miei pensieri, la mia mente, i miei desideri, le mie aspettative. Ascolto il mio corpo, il battito del mio cuore, le gioie o i lamenti della mia anima. Ascolto il movimento della mia mano, le sue vibrazioni, l'aria che sposta muovendosi. Mi ascolto attentamente. Istante dopo istante. Ascolto il mio stomaco, la mia pancia, il mio respiro. Ascolto la mia stanchezza e la mia energia che fluisce. Ascolto il mio silenzio, i miei silenzi. Ascolto le mie preoccupazioni, i miei timori. Mi ascolto completamente. Mi ascolto continuamente. Ascoltandomi totalmente preparo il terreno buono per ascoltare totalmente te che mi stai cercando, te che mi stai davanti, te che mi stai a fianco. E ascoltando te completamente, totalmente, continuamente, così sono nell'amore. Mi è venuto in mente di aggiungere qualcosa riguardo alla tua diagnostica percusso-ascoltatoria trovando un nuovo esempio, oltre a quello delle viuzze piene di gente. Se ascolto un'automobile, e sento un rumore insolito, inusuale, posso associarlo ad esempio alla rottura della marmitta o del silenziatore (rumore romboante), senza andare dal meccanico e farmi sollevare l'auto per osservare direttamente la marmitta se ha qualche buco. Stessa cosa se sento un particolare sibilo che posso associare ad un'avaria e prossima rottura della cinghia di distribuzione del motore. Questo in caso di rumori permanenti (od occasionali) sintomo di una patologia (od imminenza di patologia). Altri suoni posso invece ascoltarli dopo che innesco una dinamica, un movimento, provocandoli con la percussione, ad esempio facendo oscillare l'auto a destra e sinistra, e ascoltando contemporaneamente il rumore che proviene dal serbatoio e l'eco del carburante dentro il serbatoio, per capire se il gasolio sta più o meno per finire. L'auto funziona correttamente, tutto procede per il meglio, non ho nessun rilevatore che mi segnali quanto carburante ho ancora, per cui mi potrei fermare all'improvviso senza preavviso. Con la percussione ascoltata, provocata da un movimento dinamico, posso interpretare un segnale (rumore) che mi indichi quanto manca affinché la macchina si fermi per mancanza di carburante. Analogamente questi segnali si possono interpretare con il corpo umano (permanenti, o provocati tramite percussione). Posso così ascoltare: il cuore e la zona toracica, lo stomaco, il respiro (dato dall'asma, es. sibilo, respiro affannoso di chi è sovrappeso e con chiare difficoltà respiratorie, ecc.), il flusso di energia, il flusso sanguigno, i riflessi (v. trigger point), i rumori dello stomaco durante la digestione (o magari quando abbiamo fame), e tutti quei piccoli dolori che si manifestano con dei segnali che possiamo ascoltare da noi stessi internamente (od ascoltabili esternamente con un fonendoscopio), ecc.


S: Questo è corretto. Tuttavia con la Microangiologia Clinica attraverso le informazioni raccolte e provenienti dai microvasi con un semplice fonendoscopio, mediante la valutazione dei riflessi ureterali, è attendibile la valutazione “indiretta” dei relativi parenchimi grazie alla mia teoria dell’Angiobiopatia [v.3.4].

 

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