5.3 Epilogo: ispirazione,  creatività e metafore

 

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Per attingere alla creatività e lasciare che l’ispirazione ci guidi il buon David Bohm suggerisce la via delle metafore e delle uguaglianze apparentemente paradossali, come ad esempio “la luna è una mela” (che ispirò Newton), “la particella è un’onda” (che ispirò la teoria dei quanti e la dualità particella-onda), “l’elettricità è magnetismo” (che ispirò Maxwell e l’elettromagnetismo), “tempo è spazio” (la trasformata di Lorenz), “materia è energia” (vedi Einstein), “energia è informazione” (vedi l’energia - informazione di Manzelli).  Altre se ne potrebbero suggerire: “zero è uno” (pare assurdo scrivere 0 = 1, ma se pensiamo a zero come nulla e spazio vuoto, che non è vuoto, bensì denso di energia e di potenziale quantico, e se pensiamo ad 1, come all’Uno, al Tutto, allora il paradosso forse si potrebbe sciogliere), “caos è vita”,  “caos è ordine”,  “caos è realtà non locale”, “caos è frattale”, “caos è coscienza”, “coscienza è ordine implicato”, “coscienza è conoscenza”, “conoscenza è amore”. Tutto è Uno: discerniamo solo per comodità ma non separiamo, cerchiamo solo di dare dei nomi per comprendere meglio, come all'acqua diamo il nome di mare, oceano, fiume, lago, laguna, ruscello, pioggia, neve, ghiaccio, vapore, .ma pur sempre e solo di H2O si tratta. Caro Sergio, ho sempre ben presente tutte le nostre numerose conversazioni un po’ su tutto: le tue ricerche e scoperte, la realtà locale e non locale, il  caos nei sistemi biologici, l’universo inteso come ologramma (e analogamente il cervello inteso come ologramma), l’ordine implicato ed esplicato,  il teorema di Bell e gli esperimenti di Aspect e di Lory, la dimensione frattalica nella semeiotica biofisica quantistica, l’energia - informazione, e così via. Vorrei pure richiamare l’inquadramento del Reale Rischio (RR) alla luce della teoria dell’autopoiesi di Maturana e Varela, che abbiamo ridefinito come “autopoiesi estesa” (grazie anche al contributo di F. Capra), secondo la quale i sistemi viventi si producono da sé, secondo uno schema di organizzazione (l’astrazione, l’idea, l’archetipo) che attraverso un processo di strutturazione (il cui principio è dato dall’Energia-Informazione) dà luogo alla struttura (la forma, la materializzazione dell’idea). Lo schema è unico e può dar luogo a differenti strutture. Alla luce della teoria dell’autopoieticità estesa, potremmo reinterpretare la teoria di Bohm in questa chiave: l’ordine implicato [v. 2.3] è lo schema di organizzazione (l’archetipo, l’ologramma, l’idea, il disegno creativo), l’ordine esplicato è la struttura (la realtà fenomenica che noi vediamo). Ciò che lega schema e struttura è il processo dell’olomovimento, e si instaura un incessante feedback ed apprendimento tra schema e struttura (che sono intimamente legati mediante Energia Informazione). Ora Bohm in vita ha cercato una matematica per dar fondamento teorico alle sue idee, ma non vi è riuscito sebbene abbia tentato con la topologia algebrica e gli spazi topologici fatti nascere dal caro Henry Poincaré, il veggente del caos deterministico. Quì ora vorrei introdurre un’idea nuova. Suggerisco che questa matematica già esista, ed è la matematica che dà luogo sia ai frattali che agli attrattori caotici, la matematica del caos (che chiaramente può essere migliorata come tutte le teorie). I frattali sono disegni che originano da semplici formule matematiche che fanno uso dei numeri complessi (e quindi del numero immaginario “i”). E’ da notare che la meccanica quantistica fa largo uso del numero “i” presente  nella equazione di Schrödinger, nonché è usato per studiare le forze nucleari (protoniche), elettroniche, elettromagnetiche. Per inciso Rudolf Steiner, disse che le forze Elettroniche, Magnetiche e una Terza Forza (la Nucleare di cui predisse l’esistenza ancor prima della sua scoperta) sono etere decaduto, e a proposito dell’etere, le cui manifestazioni sono spiraliformi, trovo interessante l’equazione di Eulero,, identità che si può disegnare come una spirale, la spirale di Eulero. Dato che i frattali sono indipendenti dallo spazio e dal tempo,  L’ idea è la seguente. L’ordine implicato si può rappresentare matematicamente con i frattali (l’immaginario, l’ordine nascosto, l’idea, il disegno, l’archetipo, l’ologramma, la realtà non locale), ed esso rappresenta lo schema di organizzazione (su questo punto suggerisco anche di investigare maggiormente la matematica dell’analisi complessa, ovvero del numero “i”). L’ordine esplicato, la realtà locale nello spazio-tempo, la rappresentiamo matematicamente e geometricamente con gli attrattori caotici (dove realtà locale e non-locale sono chiaramente co-presenti, ma parallele, quindi non sovrapposte), oppure con cicli limite e punti fissi (quando c’è decadimento della realtà non-locale ed esiste solo quella locale). Ciò che lega l’ordine implicato a quello esplicato è l’olomovimento, il processo che inizialmente definito come Energia Informazione, pura, catalitica In chiave frattalica potremmo rinominarlo “iper-dinamiche frattali” (hyper-fractals dynamics).   Affiniamo meglio quest’idea, rilevando che l’Informazione è racchiusa nello schema, nella legge che definisce il frattale, ovvero nel frattale stesso, mentre l’energia è pura e catalitica. L’energia pura e catalitica potremmo chiamarla etere. L’energia informazione (EI) è quindi etere intriso di informazione, che non è proprietà sua propria, bensì è l’informazione proveniente, grazie all’olomovimento, dallo schema, dal disegno, dall’ologramma, dal frattale. Nel pre-spazio poi dobbiamo ragionare in termini non-locali, niente spazio e niente tempo Co meglio con un tempo e uno spazio, 2 DS e 2 DT).  Il “pre” quindi è da comprendere intuitivamente, non significa qualcosa che sta prima o dopo, o che sta qui invece che lì. Tutto è sincronico, ovunque, al di là di tempo e spazio; quì ed ora. Di conseguenza pure l’olomovimento è movimento e non-movimento allo stesso tempo, ovvero movimento di ordine superiore, che non dipende da tempo e  spazio (nella realtà non-locale Manzelli definisce una matrice spazio-tempo quadrimensionale, 2DS-2DT: le due dimensioni temporali sono il passato ed il futuro che si annullano nel presente, basti pensare alla clessidra; analogamente le due dimensioni spaziali si annullano nella profondità dello spazio; il cosiddetto "quì e ora", reintepretato in chiave quantistica).


S: Infatti, non c’è trasmissione di energia come nella realtà locale. La informazione è simultanea e non c’è consumo di energia.


C: Ciò dà senso all’aggiornamento incessante, sincronico, globale di ogni minima porzione di universo, che chiamiamo per convenzione etere. L’etere è l’ente (energia) infinitesimo che contiene tutta l’informazione dell’universo [v. 2.3]  non perché sia sua, ma perché la veicola. L’energia etere è pura, potenziale, catalitica, mobimmobile, neutra, trasparente. Ciò che si osserva nella realtà locale, sono manifestazione dell’etere (vortici, movimenti energetici sottili, ecc.) ma non l’etere, perché esso non si può osservare fisicamente, perché è potenziale, non manifesto. Non lo vedo fisicamente, benché lo veda. E’ la coscienza, il mio sintonizzarmi con la Coscienza , che mi fa “vedere” quest’ente,  ma non dipende da me in quanto coscienza. Tentare di descriverlo dettagliatamente mi è impossibile, perché ricadrei nel linguaggio comune della realtà fisica. Ricapitolando e sintetizzando, mi sento di azzardare l’ipotesi che l’ordine implicato si possa associare in qualche modo ai frattali (derivanti da leggi basate sui numeri complessi ed immaginari), l’ordine esplicato agli attrattori caotici (derivanti da leggi basate su numeri reali), mentre ciò che li lega è il processo dell’olomovimento fondato sul principio di energia pura catalitica, intrisa dell’informazione dell’ologramma-frattale:   tale energia è l’etere.
Paradossalmente, se diciamo che l’osserviamo, già non è più. Perchè se l’osserviamo già si è manifestato, e se si è manifestato non è più nel suo stato potenziale ed indeterminato (mi pare di riscrivere le espressioni del Tao). Ecco perchè possiamo solo descriverne le sue manifestazioni: Il Tao di cui si può parlare non è l'eterno Tao.


S: Un termine certamente convenzionale.


C: Gli orientali del resto dicono che l’etere condensandosi dà origine alla forma, e rarefacendosi ritorna al senza forma. Così si spiega anche la similarità (e simmetria) tra frattali ed attrattori caotici, uno diventa controimmagine dell’altro, dominio e condominio alternativamente, e si dà impulso alle varie teorie che, confrontando ordine implicato ed esplicato,  parlano di simmetria, specchi, cristalli, autosomiglianza,  ecc. Così forse si apre la strada per dare un senso al caos, sul perché il caos è ovunque, e si può darne una prima spiegazione intuitiva cercando di comprendere dove nasce. Si può pure spiegare quindi il significato della sezione aurea, del numero di Feigenbaum, del numero “e” di Nepero, del pi greco, dell’immaginario “i” (non più visto solo come diavoleria matematica, ma come chiave per accedere alla realtà non-locale), ecc.


S: Su www.ilpungolo.com come sai pubblicai l’articolo, “Spirito e Materia nei sistemi biologici”. Dall’impalpabile Energia-Informazione alla Energia-Materia condensata,  e viceversa; nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Se l’EI si concretizza nella Materia prevale la realtà locale, altrimenti quella non locale. I miei esperimenti hanno dimostrato queste due realtà implicito ed esplicito: L’Essere alberga fuori del Tempo e dello Spazio a cui si avvicina la matrice quadrimensionale propria della realtà non locale, in cui c’è in pratica un primo tentativo di annullamento delle due diverse dimensioni.


C: Chiaramente c'è un feedback continuo bidirezionale tra le due realtà (implicata ed esplicata) che alla fine sono una unica Realtà Estesa. Mi piace l'idea di coniare il termine di "Corpo Frattale" (o frattalico) che sottende il nostro corpo vitale (e rima anche bene, con gli altri corpi mentale, astrale, ecc.). L'idea dell'esistenza di un "Corpo Frattale" (idea, archetipo sottesa, che poi attraverso il percorso di cui sopra si struttura nel corpo vitale ecc.) trova conforto nella filosofia di Leibniz, in quella di Platone, in quella di Bohm.
Ricapitolando: [*] l’ordine implicato si può associare ai frattali (derivanti da leggi basate su numeri complessi immaginari), [**] l’ordine esplicato si può associare agli attrattori caotici (derivanti da leggi basate su numeri reali), [***] ciò che li lega è il processo dell’olomovimento fondato sul principio di energia pura catalitica, energia intrisa dell’informazione dell’ologramma-frattale, energia-enformazione, e tale energia possiamo chiamarla Etere.
David Bohm risponde indirettamente a quest’ipotesi dicendo che è possibile vedere come le forme esplicate vengono generate in un ordine di dispiegamento, passo dopo passo. In questo processo il Tutto è rilevante per ogni parte, dissimile dal caso dei frattali dove i dettagli vengono generati da forme locali appartenenti soltanto al successivo stage generativo meno dettagliato.Mentre l’ordine implicato è simile sotto un certo punto di vista all’ordine dei frattali, esso è molto più esteso e sottile, dato che il processo di dispiegamento è relazionato al Tutto e non a un ordine di spazio locale. L’osservazione di Bohm è pertinente e precisa e stabilisce un limite.  Noi possiamo arrivare fino a quel punto. E’ confortante quanto egli dice a proposito dello stato attuale della fisica: la più piccola distanza ora misurabile in fisica è cm e la più piccola distanza nella quale la corrente nozione di spazio-tempo ha un significato è cm. C’è quindi un ampio intervallo di scala nel quale può essere contenuta una quantità immensa di struttura non ancora svelata. Tale intervallo è pari alla differenza di scala che esiste tra noi e le particelle sub-atomiche. Ciò significa che, per quanto ci è dato di investigare scientificamente e matematicamente, l’ipotesi “frattali” può essere sostenibile in tale intervallo ancora inesplorato, dove “i” ha un senso ben preciso. Forse tale ipotesi si potrebbe migliorare pensando ai frattali non come immagini fotografiche ferme, bensì come a molteplici entità complesse in movimento (processi dinamici  iper-frattalici) che agiscono chiaramente in maniera simultanea e sincronica nella realtà non – locale. Ciò darebbe una migliore conformazione a ciò che Bohm chiama olomovimento. La coscienza è la realtà ultima di molteplici ordini implicati strutturati gerarchicamente in maniera semplice e complessa ed agenti attraverso l’olomovimento (processi dinamici iper – frattalici?) dando luogo all’ordine esplicato (che per quanto riguarda la vita, e non solo, sono processi dinamici complessi o caotici), in un feedback continuo di apertura e chiusura. Al di là di questo  probabilmente con la matematica non possiamo più andare, e ci dobbiamo accontentare dei poeti,  dei mistici o del silenzio. Nel frattale c’è bellezza, armonia, ordine, densità di forme e di colori, amore. Quando l’immagine si sgrana, come nella foto di un bel paesaggio, la densità diminuisce, le forme diventano vacue, meno palpabili ed afferrabili,  la bellezza e l’armonia paiono dissolversi lentamente sul viale del crepuscolo: la realtà esplicata, l’attrattore caotico, l’elettrone, l’albero, il corpo umano. Quest’immagine sgranata mantiene sempre però un sottile e stretto legame con l’immagine frattale originaria e generatrice: la vita è l’eterno ritorno alla luce e a tale origine;  è  circolarità in movimento,  essa stessa spirale. Alla fine di queste ultime righe dopo fiumi di forse inutili  parole è giunta l’ora del silenzio e di chiudere il libro: riponilo sullo scaffale, magari con la copertina di frattali bene in vista, insieme mandala e meditazione.

 

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