4.17  ..Preghiera

 

Quando si prega si inviano vibrazioni benefiche e pensieri buoni che si propagano nel cosmo.

Sri Gurudev

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C: Per chi prega, semplicemente pregare non vuol dire automaticamente essere nell'amore. Quando la preghiera è ripetizione meccanica ed automatica di frasi fatte a memoria, freddamente, senza calore e partecipazione profonda non stiamo pregando, non siamo nell'amore (siamo nel punto fisso, o nel ciclo limite, analogamente alla patologia o cronicità).


S: La preghiera è dialogo!


C: Nell'amore non si è mai meccanici, ripetitivi, freddi, abitudinari: nell'amore siamo sempre nuovi. Non parliamo a memoria, o con frasi fatte, siamo sempre originali, anche se ripetiamo cose già dette.


S: Come avviene in un dialogo, che accresce proprio perché si rinnova ogni volta.

C: Al di là della ritualità, al di là della consuetudine c'è un modo nuovo di relazionarci con gli altri, chiunque siano gli altri o l'altro, o qualcosa fuori di noi o dentro noi, o dentro e fuori di noi.
Siamo nella preghiera, e perciò nell'amore, quando comunichiamo, silenziosamente o a voce, con tutto il nostro cuore (elastico, flessibile, creativo, caotico, sensibile, aperto, ricettivo, malleabile, adattativo,...). Anche questa è una frase fatta, è vero, così non sono nell'amore. Sono nell'amore quando prego semplicemente, umilmente, vivendo l'energia di ogni parola che esce da me, come se giungesse profondamente dalle mie profondità, non dalla mia mente, o a memoria, o perché altri l'hanno suggerita. La preghiera in questo modo non diventa una filastrocca, una poesia da recitare. Essa diventa una piacevole chiacchierata, tra me e chi al quale mi rivolgo. E nella chiacchierata lascio delle pause, ascolto, percepisco le vibrazioni che mi giungono. Se mi scappa una parola o una frase troppo in fretta, se percepisco che è uscita da me meccanicamente, in maniera fredda, o senza essere presente o consapevole, torno indietro, la ripeto, ricerco la sua energia e il suo calore.


S: Tuttavia, sono consapevole che Chi mi ascolta mi comprende perfettamente anche quando io non ho parole per esprimermi o mi esprimo in forma ambigua.

C: Nella preghiera sono nell'amore. C'è da dire pure che alla luce della scienza moderna, ed in particolare della teoria dei quanti, della teoria del caos, del contributo di David Bohm, e tenendo conto degli esperimenti di Aspect e di Lory [v.2.2] a dimostrazione dell'esistenza della realtà nonlocale, possiamo dare una nuova interpretazione alla preghiera. Come i pensieri viaggiano sincronicamente nell'universo, e rimbalzano continuamente in un feedback continuo tra ordine implicato ed ordine esplicato [v. 2.3], tra pre-spazio e spazio, dove l'informazione viene continuamente aggiornata, così anche la preghiera va intesa in questo senso. La preghiera, intesa nel vero senso della parola, ossia non meccanica, non euclidea, diventa una manifestazione energetica della realtà non-locale, e si diffonde sincronicamente in tutto l'universo, incrementandone l'energia pura e positiva.


S: Se poi teniamo presente il ruolo centrale dell’Embriogenesi nella realtà non locale nella biologia e quindi il suo influsso centrale sulla realtà non locale per l’uomo, anche fisicamente inteso, come dimostra l’esperimento di Lory, ecco che comprendiamo anche scientificamente la simultaneità di informazione tra noi e Lui.


C: La preghiera di conseguenza è realtà fisica, è realtà fisica non-locale. Non occorre appellarci alla credulità popolare, ai dogmi, alle religioni contemporanee (che per lo più sono diventate realtà locali, avendo perso i connotati iniziali di realtà non-locale, essendo decadute quindi a situazioni patologiche, per tracciare un parallelo con i nostri discorsi sulle patologie del corpo umano).


S: Ogni volta che si riduce l’Energia-Vibratoria, al caos deterministico subentra il meccanicismo deterministico e la realtà è locale.


C: Non si tratta neppure di essere accusati superficialmente di individualismo, perché nella preghiera vera, sincera, non-locale, intrisa d'energia pura, creativa, sentita e partecipata con ogni cellula del nostro corpo, non c'è più alcuna divisione, non c'è più alcuna dualità, non c'è più nessuna filosofia, non c'è più nessun intellettualismo, nessuna teologia, nessuna religione. Siamo uno con l'universo. Non ha senso neppure parlare di trascendenza, di religioni orientali, di buddhismo, di induismo, non ha senso neppure confrontarci con i mistici, con gli eruditi, non ha più senso niente. Tutto comunque continua ad avere senso, nell'ambito dei miliardi di punti di vista che esistono in capo a ciascun abitante del nostro pianeta, ciascuno con il suo senso limitato del mondo che lo circonda, visto come diviso da lui stesso, nuotando ancora irrimediabilmente nella dualità, nella frammentazione e nella divisione. Quando prego con tutto il cuore e con tutta l’anima (ognuno può rivolgersi chiaramente alle sue credenze, alla sua religione, e far uso delle preghiere a lui più consone, o addirittura creandone di nuove), la vibrazione "sonora" aumenta, s’incrementa raggiungendo livelli meravigliosi; il senso di pace, di beatitudine, di benedizione è straordinario, e ci vorrebbero non so quali aggettivi per descriverlo. E' qualcosa di così bello, che sarebbe quasi da continuare a pregare per tutto il giorno, senza fare null'altro. E’ giusto anche occuparsi della vita quotidiana, e delle persone che sono in difficoltà, o che hanno bisogno della nostra presenza e del nostro aiuto. Non si può vivere nell'ozio dell'estasi e della beatitudine. Eppure la beatitudine permane, è sempre presente, non ci abbandona. E' una gioia meravigliosa, e credo che sia sperimentabile da chiunque, indipendentemente dalle credenze di ciascuno, dalla religione di ognuno, dalle filosofie a cui ognuno simpatizza. Non voglio investigare in quale modo la preghiera possa influenzare il mondo, ma voglio fortemente dire che essa influenza il mondo fisicamente, perché la preghiera è una realtà fisica (e lo influenza potentemente, più di quanto influenzino il mondo l'inquinamento, i pensieri, le parole e le azioni degradanti deleterie e negative, ecc.)

 


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