3.12 Riassumendo…

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C: Proviamo a mettere un po' di ordine sui punti essenziali sui quali finora abbiamo conversato, cercando di dare un quadro sintetico ma spero abbastanza esauriente toccando tutti gli elementi fondamentali. Ricapitoliamo i punti salienti. Un sistema autopoietico così come definito da Maturana e Varela si fonda sui concetti di schema di organizzazione autopoietica e di struttura. F.Capra suggerisce di completare questa teoria introducendo un terzo elemento: il processo di materializzazione (o meglio, strutturazione) da schema a struttura. Si completa così la triade "Organizzazione, struttura, processo". In conformità a quanto suggerito da Manzelli possiamo utilizzare il concetto di Energia Informazione come principio su cui si regge il processo.


S: Sono perfettamente d’accordo. Infatti, possiamo dimostrare con la Semeiotica Biofisica l’esistenza della EI: se riduco la EV (Test dell’apnea) la realtà nei sistemi biologici è solo locale!

C: Il Reale Rischio Congenito Semeiotico-Biofisico si pone in una fase intermedia tra Organizzazione e Struttura, una prima materializzazione/strutturazione sulla cui base si può
identificarlo (nel caso ci fosse) tramite semplici test clinici al letto del malato (bed - side), in una visione nella quale se c’è RR, c’è la possibilità di tendere ad una patologia (patologia potenziale), patologia la quale se si verificasse corrisponderebbe ad una materializzazione/ strutturazione dell'organizzazione (es. alterazione genetica) in patologia.

S: Perfettamente. Il RR, se in evoluzione patologica, è il lento eventarsi dell’evento malattia. Anche valutato in sé, statico al momento, rappresenta, come tu dici, la manifestazione della materializzazione dell’organizzazione. E aggiungo che il processo è reversibile nel senso che – mediante melatonina-coniugata, applicazione di energia (NIR-LED, per es.), dieta corretta intesa in senso etimologico, ecc – il RR può diventare “residuo” cioè non scompare ma neppure evolverà verso la struttura.

C: Il principio del processo è l'energia informazione (v. Manzelli) che può essere alta o bassa: in caso di alta EI (è da quantificare cosa significa alta), comunque si può dire "Sufficientemente alta".

S: Il livello di EV, correlata all’EI, dal punto di vista della Semeiotica Biofisica si misura su livello di ossigenazione tessutale: cioè sul Tempo di Latenza del riflesso, che in realtà riflesso non é. Infatti, se stimolo i trigger - point di un sistema biologico, per esempio del fegato, “simultaneamente”, vi s’instaura un ipertono simpatico e dopo un tempo di latenza dipendente dall’intensità dello stimolo – correlato all’intensità di liberazione nel sistema biologico di adrenalina e NOR-adrenalina - si osserva il Riflesso Gastrico aspecifico – lo stomaco si dilata - “simultaneamente” al raggiungimento del livello critico di bassa energia o bassa ossigenazione. In queste condizioni, in realtà il sistema biologico è diventato termo - dinamicamente isolato.

C: Siamo in una realtà non locale. Riguardo al tempo si pensi ad una clessidra e al punto di passaggio dal cono superiore (passato) a quello inferiore (futuro): essi si annullano nel presente dove c'è simultaneità e sincronismo. In un essere umano completamente sano (senza RR) c'è alta EI (o sufficientemente alta), e quindi simultaneità di informazione (realtà non-locale). La realtà non-locale esclude la realtà locale, o possono sussistere simultaneamente in un organismo che chiaramente ha diversi sistemi biologici?

S: Come dicevo sopra: sì, realtà locale e non locale esistono simultaneamente, ma parallelamente: esse non si sovrappongono.

C: Si potrebbe pensare che in alcuni sistemi ci sia alta EI e in altri bassa EI; intuisco che dobbiamo ragionare in termini globali, perché siamo un’unità soltanto, ma giusto per togliermi il dubbio.

S: E’ così, difatti esistono le malattie.

C: In un essere umano sano (ma con RR, tendenza alla patologia) o con patologia, c'è EI bassa, e quindi realtà locale, quadri-dimensionale.

S: Tre DS (dimensioni spaziali) e una DT (dimensione temporale): io sono seduto su una sedia alle ore dieci: tre DS e una DT.

C: In cui giuoca un ruolo la freccia del tempo, e il trasferimento dell'informazione avviene quindi fisicamente nello spazio-tempo. Organizzazione, Processo e Struttura sono strettamente correlati, e il principio base che li unisce è l'Energia Informazione (se l'Energia è nulla cessa ogni processo vitale, temporaneamente o permanentemente secondo i casi).

S: Esatto: se viene meno la EI aumenta la EM. Io lo vedo nei sistemi biologici. La produzione di EI può essere endogena (qui ipotizzo che si crei endogenamente grazie ad una trasformazione del respiro in prana (o energia sottile, vitale e per attività mitocondriale nell’uomo), oppure esogena attraverso l'immissione di sostanze come la melatonina coniugata, l'adozione di una dieta appropriata, NIR-LED (luce vicino ad infrarosso) che stimolano la funzione respiratoria mitocondriale, cioè la fosforilazione ossidativa.

C: Nei sistemi biologici l'Energia Informazione si può trasmettere chimicamente (attraverso i processi metabolici) e/o elettricamente (attraverso i neurotrasmettitori - peptidi). I peptidi si possono immaginare come "antenne" (da qui l'associazione DNA antenna), che trasportano simultaneamente l'informazione (onde) per risonanza (in caso di realtà non locale con alta EI), o localmente nello spazio-tempo.

S: Precisa bene questo punto importante: Nei sistemi biologici la EI si trasmette attraverso le vie classiche, nella realtà locale, mediante substrati che raggiungono il tessuto bersaglio per via ematica, linfatica, venosa (ormoni, citochine, ecc.) o mediante le vie nervose (neurotrasmettitori) caratterizzate dalla polarizzazione - depolarizzazione: vi è infatti consumo di Energia e Tempo (se io porto sulle spalle le Lettere da A a B consumo energia e tempo). Al contrario, nella realtà nonlocale la EI pura, catalitica, agisce secondo quanto è noto nel mondo microscopico, espressione dell’incatenamento (“entanglement”) osservabile con la Semeiotica Biofisica, dei due mondi, strutturati l’uno sull’altro, intersecazione dimostrabile [V. articoli Stagnaro-Manzelli nella bibliografia de mio sito]. Il DNA, come un’antenna simultaneamente alla stimolazione “intensa” di certi trigger - point, si mette a “vibrare” catalizzando senza dispendio energetico le reazioni tra il composto A e B con produzione di C! Un solo esempio: il pizzicotto dell’adipe latero-addominale “simultaneamente” attiva la funzione dei PPARS epatici (il mulino che brucia grassi e glucosio) rivelato dalla “simultanea” attivazione microcircolatoria locale. [vedi 2.2: l’esperimento di Lory]

C: Candace Pert e colleghi a metà degli anni '80 identificano in un gruppo di molecole, i peptidi, i messaggeri molecolari che facilitano le comunicazioni fra sistema nervoso e sistema immunitario. Essi scoprono, infatti, che questi messaggeri interconnettono tre sistemi distinti: il sistema nervoso, il sistema immunitario e il sistema endocrino, in una singola rete. Le recenti ricerche sui peptidi hanno dimostrato, che i tre sistemi devono essere considerati come parti di un'unica rete psicosomatica. I peptidi, una famiglia di 60-70 macromolecole, furono studiate originariamente in altri contesti, attribuendo loro nomi diversi: ormoni, neurotrasmettitori, endorfine, fattori di crescita, ecc. Dopo molti anni si scoprì che essi costituiscono un'unica famiglia di messaggeri molecolari. Questi messaggeri sono brevi catene di aminoacidi che si attaccano a recettori specifici; i recettori si trovano in abbondanza in tutte le cellule del corpo. Collegando fra loro le cellule immunitarie, le ghiandole endocrine e le cellule del cervello, i peptidi formano una rete psicosomatica che si estende a tutto l'organismo. Essi sono la manifestazione biochimica delle emozioni; hanno un ruolo fondamentale nel coordinare le attività del sistema immunitario; collegano ed integrano le attività mentali, emozionali e biologiche. Essi vengono prodotti nel cervello e anche in varie parti del corpo (Pert disse: non posso più fare una netta distinzione tra cervello e corpo). Ad esempio nel sistema immunitario i globuli bianchi producono essi stessi dei peptidi oltre ad avere recettori per tutti i peptidi, l'intero intestino è foderato di recettori di peptidi.

S: Esattamente; purtroppo questi grandi studiosi non conoscevano la teoria di Manzelli e l’informazione per loro avverrebbe soltanto per trasmissione, trasporto (consumo di energia e Tempo!), tipiche della realtà locale, nell’oblio di quella non-locale.

C: Il gruppo di ricerca di Candace Pert ha scoperto recentemente un nuovo metodo per la cura dell'AIDS basato sul peptide T, che ha in sé grandi promesse. Gli scienziati ipotizzano che l'AIDS abbia origine da una disgregazione della comunicazione peptidica. Hanno, infatti, scoperto che l'HIV entra nelle cellule grazie a particolari recettori di peptidi, interferendo in tal modo con le funzioni dell'intera rete, e hanno poi ideato un peptide (essi possono anche essere ideati e sintetizzati in laboratorio) protettivo che si attacca a quei recettori bloccando così l'azione dell'HIV. I peptidi rappresentano anche la manifestazione chimica delle emozioni.

S: Restiamo sempre nella realtà locale.

C: Una conseguenza della scoperta di questa rete psicosomatica è che il sistema nervoso non possiede una struttura gerarchica come si riteneva nel passato. Pert afferma che i globuli bianchi sono pezzetti di cervello che si diffondono per il corpo. Ciò significa che la cognizione è un fenomeno che si estende in tutto l'organismo operando per mezzo di un'intricata rete chimica di peptidi che integrano le nostre attività mentali, emozionali e biologiche.

S: Se vogliamo essere coerenti, secondo la visione olistica del tutto, riconoscendo anche la realtà non locale, all’interno di un globulo bianco sono inscritte le LEGGI dell’Universo, e quel pezzo di ologramma [v. 2.3] riproduce l’insieme, che lo contiene.

C: Se c'è alta EI non c'è RR, mentre quando c'è bassa EI in modo non-transitorio e non occasionale (bassa EI in forma transitoria si ha per esempio con il test dell'apnea in individui completamente sani senza RR), ma permanente allora c'è RR (ad esempio Terreno Oncologico).

S: Esattamente.

C: Dove nasce, come si forma l'EI endogena?

S: Nei mitocondri, centrale elettro-chimica del corpo umano.

C: Essendo il sistema autopoietico dovrebbe produrre da sé l'EI.

S: Mediante Energia Materia (Leggi il cibo acqua ed O2 inclusi).

C: Endogenamente faccio l'ipotesi che essa noi la produciamo indirettamente con il respiro, nel senso che l'energia vitale o prana (e nel prana quindi ci dev'essere EI) è un'energia sottile che si produce attraverso la respirazione (non è l'aria, non è il respiro, ma viaggia e si crea con esso). Esogenamente l'EI avanzo l'ipotesi che si possa creare attraverso trasformazioni chimiche e biologiche di determinato cibo che ingeriamo (esogenamente perché immettiamo cibo, quindi viene dall'esterno la materia prima; si potrebbe dire che anche l'aria viene dall'esterno per la respirazione).


S: Esattamente!


C: Ma è chiaro che c'è un continuo accoppiamento strutturale organismi - ambiente in tutti i sensi, oppure attraverso l'immissione di specifiche sostanze (es. melatonina coniugata) o di determinate stimolazioni (es. NIR-LED).

S: Mediante la respirazione mitocondriale.

C: Ricapitolando: in una situazione fisiologica, la EI esogena si produce attraverso la trasformazione di cibo appropriato in energia.

S: Energia EV che poi produce, si trasforma in EI.

C: Mentre la EI endogena si produce a partire dalla EV, attraverso un processo di trasformazione del respiro e di vari metabolici in energia vitale sottile (prana).

S: Da cui deriva EI, pura, catalitica nel senso sopra illustrato, secondo Manzelli.

C: Ipotesi: se c'è tendenza alla patologia (RR) la complessità dinamica diminuisce, non c'è caos o ce n'e' in minor misura secondo la dimensione frattale.


S: Perfettamente.

C: E questo è pure segnale di EI bassa, siamo quindi, nel caso specifico osservato, in una realtà locale di trasmissione dell'Informazione.


S: 3D-1T: la realtà locale è quella in cui la EI viene “trasmessa” con perdita di tempo e energia. Al contrario, nella realtà non locale, l’informazione è simultanea, catalitica: ricorda particella/onda. Nella realtà non locale, alto il livello di EI, pura, meno rappresentata è la materia, per natura localizzata, mentre abbiamo più onda, de-localizzata, che viaggia nel tutto e il tutto collega.

C: Dobbiamo quindi immettere EI (o creare le condizioni affinché essa aumenti) in modo tale da ripristinare un livello sufficientemente alto di EI. Dico creare le condizioni perché ad esempio tu dici testualmente: "migliorando l'attività mitocondriale nel parenchima e nelle cellule microvasali si interviene favorevolmente sull'energia libera endocellulare e le varie attività biologiche migliorano: il microcircolo si va normalizzando. La Semeiotica Biofisica permette lo studio accurato e diretto di essere e di funzionare soltanto dei microvasi ed indirettamente del relativo parenchima."


S: Questo è il cuore dell'Angiobiopatia: se migliora il modo di essere e di funzionare del microcircolo vuol significare che è migliorato anche il modo di essere e funzionare del relativo parenchima, secondo l’ Angiobiopatia [v. Angiobiopatia, bibliografia].

C: E' chiaro da questo esempio che il "bambino" si accompagna un po' per mano nei primi passi della sua vita, ma poi "cammina" da solo, va da solo, si corregge da solo, non occorre seguirlo in tutto e per tutto in ogni fase del suo processo di apprendimento, adattamento, auto-regolazione, ecc. (c'è sempre l'autopoiesi a guidarci). Dobbiamo ripristinare quindi una EI sufficientemente alta agendo come? Agendo dove?

S: Lo hai detto sopra: stimolando l’attività dei mitocondri.

C: Intuisco i seguenti interventi sui veicoli che trasmettono la EI: metabolismo, (intervengo sul processo chimico), e rete peptidica (intervengo sul processo elettrico-elettronico).

S: Ma soprattutto migliorando, normalizzando l’ossigenazione tessutale, espressione del normale funzionamento della fosforilazione ossidativi mitocondriale. Infatti, la citopatia mitocondriale funzionale – da me descritta oltre 30 anni or sono – sostengo da sempre rappresenta la “condicio sine qua non” delle più frequenti e gravi patologie umane e non.

C: La prevenzione/terapia esogena (con intervento ambientale) può essere pensata direttamente sulla EI – correlata alla EV - a livello chimico: dieta appropriata, melatonina coniugata, NIRLED; o a livello elettrico: (esempio, l’agopuntura che agisce anche sui neurotrasmettitori o peptidi). La prevenzione/terapia endogena (in un certo senso autopoetica) ipotizzo si possa attuare ad esempio tramite: miglioramento qualitativo del respiro (grazie alla scienza del respiro), miglioramento dei ritmi di vita e rallentamento degli stessi (es. mangiare sereni, con calma, in modo appropriato), scelta di appropriate attività motorie (attività fisica, sport), yoga, meditazione, preghiera [v. 4.17].


S: Anche su questo importante aspetto sono d’accordo con te: io sostengo con la mia esperienza clinica che nelle scuole – dall’asilo all’università, facoltà di medicina – si potrebbe tralasciare di insegnare la cultura Vichinga, ed insegnare piuttosto psicologia e dietologia.

C: Come avrai intuito non sono per nulla lineare. Ritorno su cose che mi hai detto a distanza di tempo, che ovviamente non trascuro, ma lascio sciogliersi dentro di me, e prima o poi tornano fuori (ho un'attenzione caoticamente strana per i particolari, anche apparentemente insignificanti). Ad esempio tempo fa mi dicevi che non esistono cellule malate, ma solo cellule sane. O forse me lo sono sognato!! Alla nascita non esistono in genere cellule ammalate tipiche della zona nera.

S: Poi, nel corso della vita, esistono le une e le altre. Tuttavia, a parte le patologie infettive, traumatiche, di fronte alle quali tutte le cellule possono ammalare, anche se la reazione è ben differente da paziente a paziente, e da cellula a cellula, esistono cellule con congenite mutazioni che predispongono alle comuni e gravi malattie, oggi epidemie: diabete, tumore, ipertensione, ecc.

C: Tempo fa un mio carissimo amico missionario per una vita in Africa, mi diceva con profonda convinzione: il male non esiste! “Come?” - io risposi - Lui non me lo spiegò con le parole, ma dai suoi occhi intuii che c'era verità nel suo enunciato. Il tuo dire: non ci sono cellule malate…

S: Alla nascita, ma potenzialmente malate: zona grigia.

C: Ma solo cellule sane (e potenzialmente) ha fatto riemergere un discorso lasciato a metà, ma molto sentito. Forse una cellula sana può avere delle difficoltà nella sua rete di processi interni ed esterni, forse possono esserci delle alterazioni genetiche, forse può essere soggetta a patologia, forse l'attività dei mitocondri è carente per motivi energetici o di ossigenazione, ma dove sta il male?

S: Esattamente così! Il male, prima potenziale e poi – non sempre fortunatamente – in atto risiede, è scritto propriamente nel n-DNA e specialmente nel mit-DNA.
[v. ICAEM http://www.semeioticabiofisica.it Istangiopatia ecc].

C: Il male è forse un concetto che generiamo noi, e fa parte del mondo che generiamo noi, ma patologia e male sono cose diverse, è questo che intendi? Una volta dissi che non esistono difetti ma solo cose in cui possiamo migliorare, ed essendo il tutto connesso, il tutto-unità una straordinaria e meravigliosa rete di relazioni e processi interagenti, si può al massimo dire che c'è qualche relazione che non sta funzionando bene, ma non che ci sia il male come realtà fisica (o metafisica). Tu che ne dici?


S: In sintesi: il male esiste quando viene meno il benessere, ma non prima. Lo sforzo che bisogna compiere è dunque quello di conservare il secondo, specialmente la dove è minacciato ancorché potenzialmente: Zona Grigia!


C: Tra i miei numerosi viaggi all'estero, ne ho fatti ovviamente parecchi anche in Brasile, e ho chiaramente cercato di imparare, tra le varie lingue, anche il portoghese. Ebbene, loro non dicono: "questa cosa è fatta male" ma dicono "questa cosa non è fatta bene".

S: Appunto, come ho detto sopra.

  

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